Da Freud a Jung, l'attività onirica vista da chi l'ha scoperta e studiata.
di
Sofia Martini
I
sogni sono uno degli aspetti più importanti ed affascinanti che caratterizzano
la nostra mente. Ognuno di noi la notte sogna, anche se molto spesso la mattina
dopo non ne ricorda il contenuto. Oltre a tali sogni che si definiscono “bianchi”
, ne esistono di diversi tipi: normali, gli incubi e i sogni lucidi; questi
ultimi avvengono quando ci si rende conto di sognare. Tutti possono
manifestarsi mentre una persona dorme, ma secondo gli scienziati
dell’Università giapponese di Tsukuba le persone sognano di più nella fase REM
(Rapid Eye Movement). Nella storia della psicologia il sogno è stato trattato e
approfondito da diversi studiosi. Freud, neurologo e psicoanalista,
fondatore della psicoanalisi, analizza in particolare modo i sogni in
quanto “via maestra per la conoscenza dell'inconscio". Contrariamente
alla percezione che definisce il sogno un’allucinazione, che avviene in assenza
di un reale stimolo fisico, Freud ritiene che lo stesso sia un prodotto del
vissuto individuale di una persona e delle “spinte” dell'inconscio, che
necessitano di essere interpretate.
Interpretare
un sogno significa risalirne al contenuto onirico manifesto, ovvero ciò che una
persona si ricorda appena sveglia, e al contenuto onirico latente, quindi i
pensieri che lo generano. Interpretare significa anche ripercorrere il lavoro
onirico svolto dalla mente che traveste e modifica, tutti quei contenuti
“proibiti” alla coscienza poiché potrebbero essere traumatizzanti per noi
stessi, compresi gli incubi e i brutti sogni. La mente, ad esempio, aggiunge
una persona in più al sogno oppure ne cambia il luogo.
Il
sogno, secondo Freud, è quindi l’appagamento deformato di un desiderio rimosso,
che può perfino avere origini dall’infanzia; il compito dello psicoanalista è
capire tale ricordo, tale desiderio.
Un
altro importante psicoanalista, che analizza i sogni, é Jung.
Jung
pensa che essi siano messaggi dell'inconscio, ovvero un ponte tra il conscio e
l’inconscio, e che abbiano una funzione compensativa, mettendo così in
luce le nostre emozioni e quegli aspetti della personalità trascurati. Secondo
lui essi non sono casuali, ma hanno un significato profondo.
I
sogni sono simboli e usano il linguaggio dell’inconscio, tra essi emergono gli
archetipi, cioè quelle immagini e quei simboli che sono presenti in ognuno di
noi e hanno il potere di condizionare il comportamento individuale.
Jung
individua quattro archetipi della personalità: la persona, l’anima e l’animus, l’ombra
e il Sè.
La persona é la maschera sociale che un
individuo indossa quando interagisce con gli altri; l’anima e l’animus sono le corrispettive parti femminili e maschili
presenti in ognuno di noi, indipendentemente dal sesso; l’ombra rappresenta gli istinti che l’educazione tende a reprimere;
il Sé é la realizzazione della
personalità.
Jung
spiega anche il processo di individualizzazione, dove si raggiunge e integra il
sé unitario e armonioso. Egli individua diverse tipologie di sogni:
compensatori, prospettici, riduttivi e reattivi. I primi agiscono quando c’é
uno squilibrio tra conscio e inconscio, quando é necessario mettere in
evidenza aspetti della psiche trascurati. I sogni prospettici anticipano
eventi futuri e indicano all’individuo che strada prendere. I sogni riduttivi
si manifestano su coloro che nella vita sono iper-adattivi, ma poi devono
confrontare il proprio sé ideale con il sé reale. Gli ultimi invece riproducono
le esperienze coscienti, come i sogni post-traumatici ed aiutano a scaricare le
emozioni.
Riuscire
a sognare tranquillamente la notte è importante. Ciò significa dormire bene e
poter trascorrere una giornata a scuola in serenità con efficaci ricadute
sull’apprendimento scolastico e sulla motivazione. Essere riposati permette
infatti di poter seguire positivamente le lezioni, aumenta la
concentrazione, favorisce un buon rendimento scolastico, accrescendo la
memoria. Oltretutto un sogno, se compensatore, motiva qualsiasi studente a dare
il meglio di sé di fronte ad un compito poiché si verifica nella realtà
ciò che ha sognato durante la notte.
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