di Daniel Martin Figuerido
Negli Ultimi anni si sente sempre più spesso parlare di salute mentale, tuttavia, quando occorre parlare di studenti e scuola, il tema non viene affrontato in modo completo. Eppure siamo noi giovani a passare quasi tutta la nostra giornata tra i banchi di scuola, immersi tra verifiche, interrogazioni e compiti, senza dimenticare le aspettative elevate di genitori e insegnanti. A tanto si aggiunge la pressione sociale, la continua modalità di confronto tra i compagni di classe, e il bisogno di non deludere nessuno. In più gli insegnanti spesso arrivano a programmare le verifiche tutte nello stesso periodo. Capita spesso di avere più compiti e interrogazioni concentrati nella stessa settimana, se non addirittura nello stesso giorno, e questo aumenta ancora di più lo stress e la fatica degli studenti. È naturale che, in determinate situazioni, ansie, stress e momenti di tristezza entrino a far parte della quotidianità di uno studente.
Tanti studenti si trovano a convivere ogni giorno con stati d’animo pesanti, senza avere il coraggio di confessarlo a nessuno. Il motivo? A volte è la vergogna, altre volte la paura di essere giudicati o di sentirsi dire che "è normale", "passerà", o peggio ancora, che "sono solo cose da adolescenti". In realtà, il disagio tra i giovani è molto più diffuso di quanto si pensi. Ogni studente si porta dietro pressioni e responsabilità che spesso gli adulti sottovalutano. C’è chi ha paura di deludere i propri genitori, chi si sente schiacciato dalle aspettative di professori troppo severi, e chi, semplicemente fa fatica a trovare un equilibrio tra scuola, vita sociale, sport e tempo per sé. A questo si aggiunge il confronto continuo con gli altri, dentro e fuori dalla scuola, e la sensazione di dover essere sempre perfetti, bravi, sorridenti e senza problemi. Quando non esiste uno spazio dove potersi liberare da questo peso e parlare davvero di ciò che si prova, è facile sentirsi sopraffatti. Si finisce per tenersi tutto dentro, per perdere la voglia di studiare, di uscire, di fare qualsiasi cosa. Si inizia a pensare di essere strani o sbagliati solo perché si è più fragili o si reagisce in modo diverso dagli altri. E invece no, non c’è niente di sbagliato nel sentirsi in difficoltà. Anzi, è umano, ed è proprio per questo che servirebbero più momenti in cui poter parlare senza paura, confrontarsi e sentirsi ascoltati.
Le scuole dovrebbero fare molto di più per affrontare questo tema, perché il benessere mentale è importante quanto una verifica di matematica o un’interrogazione di storia. Dovrebbero esserci sportelli d’ascolto, attività di gruppo, progetti che aiutino i ragazzi a esprimersi e a gestire lo stress, e magari anche professori più attenti alle condizioni dei propri studenti, capaci di capire che dietro a un brutto voto o a una distrazione in classe, spesso si nasconde molto di più. I professori non dovrebbero limitarsi solo al loro compito “tecnico”, come spiegare le lezioni, assegnare compiti e mettere voti. Dovrebbero anche essere in grado di ascoltare i ragazzi, capirli e saperli aiutare quando serve. È importante che l'insegnante sappia riconoscere quando uno studente sta attraversando un momento difficile e possa intervenire con sensibilità, perché dietro a un brutto voto o a un comportamento strano c’è spesso una ragione più profonda. La scuola non dovrebbe essere solo un luogo dove si studia, ma anche uno spazio dove si cresce come persone, si impara a conoscersi e a stare bene con gli altri.
Solo iniziando a parlare davvero di questi problemi si può sperare di costruire una scuola e una società più consapevole, dove nessuno si senta solo mentre combatte contro i propri pensieri. La salute mentale non è un tabù né un argomento da trattare di fretta. È parte della vita di ognuno di noi, e merita di essere rispettata e ascoltata.
Le ragioni che stanno alla base di questo disagio possono essere diverse oltre allo studio, alle pressioni esterne e a buona parte delle cattive abitudini della vita quotidiana. Poco sonno, cattiva alimentazione o assenza di attività fisica sono la combinazione perfetta per abbassare la qualità della vita e, indirettamente, quella mentale. È importante che la scuola, la famiglia e anche i studenti stessi lavorino insieme per creare un clima più adeguato dove si possa stare tranquilli e vivere la vita, dove ognuno possa sentirsi ascoltato e supportato senza togliere la disciplina e impegno che si richiede da parte della scuola.
Dai dati raccolti nella nostra scuola emerge una situazione piuttosto chiara: la maggior parte degli studenti vive un forte stress legato all’ambiente scolastico. Ben l’86,7% ha dichiarato di sentirsi spesso stressato per motivi scolastici, e il 60% prova ansia prima delle maggior parte delle verifiche. Un dato particolarmente preoccupante è che il 66,7% degli studenti non parla mai con nessuno quando si sente stressato. Questo dimostra che, oltre allo stress, c’è anche una difficoltà nel trovare spazi sicuri dove poter esprimere liberamente le proprie emozioni e preoccupazioni. Molti ragazzi, infatti, temono di essere giudicati, di non essere capiti oppure si vergognano a parlare di certi argomenti. Questo porta le persone a tenersi tutto dentro, peggiorando la propria condizione mentale e aumentando il rischio di sentirsi sopraffatti. Infine, è interessante notare che il 66,7% degli intervistati vorrebbe che a scuola esistesse uno sportello o uno spazio dedicato alla salute mentale. Questo dato fa capire quanto sia sentita l’esigenza di avere qualcuno con cui confrontarsi in modo sicuro e senza giudizio. Questo formulario è stato fatto, oltre che alla classe 2BE, anche ad altri classi, il totale dei intervistati sono stati circa una cinquantina Tra le cose che stressano di più ci sono lo studio, le verifiche troppo ravvicinate e in generale il clima scolastico. Tutti elementi che incidono sul benessere quotidiano degli studenti e che sarebbe importante affrontare, partendo proprio dall’ascolto e dal dialogo.
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