sabato 24 dicembre 2022

Graffiti, crimine oppure arte?

 

Due chiacchiere con un giovane esponente di questa tecnica.


 

di Jacopo Comin

 

Nome d'arte Pyra, 19 anni, writer da quando ne aveva 16, studente di quinta superiore presso il Liceo Fogazzaro di Vicenza, è stato invitato ad esporre il proprio pensiero in merito alla sua passione: i graffiti.

Ovviamente di parte in questo contesto, si colloca tra quelli che attribuiscono una valenza artistica a tale manifestazione sociale e culturale universalmente diffusa, espressione della propria creatività tramite interventi pittorici sulla città, frequentemente considerati atti vandalici e puniti secondo le leggi vigenti. “Personalmente non eseguo mai i miei lavori con l'intento di danneggiare, perchè quello che faccio, come molti writers, è semplicemente dare vita a pareti che a mio giudizio sono prive d’anima, preferibilmente abbandonate o rovinate dal passare degli anni”. Ha poi aggiunto: “A volte vedo delle scritte o simboli totalmente inappropriati. Ecco, è proprio in queste occasioni che mi armo di mascherina e bombolette e cerco quantomeno di tramutare questi elementi in qualcosa di meno volgare e più significativo”. E' opinione diffusa che questa forma espressiva, la cui nascita risale più o meno a sessant'anni fa, sia da considerare un atto vandalico, un semplice deterioramento di luoghi e strutture pubbliche da parte di teppisti. Solo una minoranza le apprezza come vere e proprie opere originali che personalizzano superfici altrimenti anonime e prive di qualità. Il sogno di Pyra è quello di trasferirsi nella culla di questa disciplina che lo appassiona da ormai tre anni, gli Stati Uniti: al di là dell'Atlantico, infatti, il culto della street art è molto diffuso, appartiene alla vita di tutti i giorni e ti puoi imbattere in migliaia di graffiti nel tessuto urbano. In alcune metro, stazioni, sottopassaggi o parchi, nelle città più influenzate da questa corrente vengono allestite delle particolari mostre a cielo aperto. Conclude così Pyra: “Lì, questa disciplina è considerata tutt'altro che un atto da fuorilegge. A mio avviso è la mentalità italiana che non è ancora sufficientemente aperta verso questo tipo di creatività, ragione per cui più di qualcuno, vedendomi disegnare dal vivo, mi ha accusato di vandalismo. Mi auguro, al mio rientro dagli USA, di trovare un clima più favorevole per questa spontanea forma d'arte.”

Nessun commento:

Posta un commento