Come mai tutto questo tempo per la creazione dell’attesissimo lungometraggio? Cosa c’è dietro?
di Gianmarco Vaccaro
Dopo un’attesa
interminabile di quasi 13 anni, Avatar 2: La Via dell’Acqua, di
James Cameron, è finalmente approdato nelle sale cinematografiche europee il 14
dicembre, sequel del primo capitolo Avatar,
del 10 gennaio 2009, è venuto a costare più di 350 milioni di dollari ed è
destinato a diventare il primo dei nuovi quattro film del franchise che se
completati rappresenteranno un investimento di 1 miliardo di dollari per
Disney. Porta dietro di sé un’aspettativa altissima, infatti “Avatar” è
tutt’ora il film che ha incassato di più nella storia del cinema, candidato a 9
premi Oscar e acclamato dal pubblico e dalla critica ha proposto innovazioni
spettacolari nel reparto tecnico.
Dopo l’esplosione al botteghino del primo capitolo il regista James Cameron
diede via libera per dirigere quello che sarebbe stato il successivo film
(previsto per il dicembre 2014), tuttavia il regista non era convinto sulla
data e sulle sue intenzioni per la continuazione della saga.
Tornato dal suo viaggio nella Fossa delle Marianne ha iniziato a fare un
brainstorming di idee insieme al suo team per 6 mesi e successivamente ha
selezionato una squadra composta dai più grandi sceneggiatori di Hollywood per
trasformare i suoi bozzetti in 4 nuovi film.
Nel corso di un’intervista con il The
Times ha parlato di come replicare la formula del successo del primo
capitolo con il secondo, svelando che, di 13 anni di lavoro, almeno uno è stato
speso per la creazione di una sceneggiatura che poi è stata scartata
spiegandone il motivo:
“…Tutti i film lavorano su diversi
livelli di narrazione: il primo è quello più superficiale, fatto di personaggi,
problematica da affrontare e risoluzione finale. Il secondo è la tematica,
ossia quale messaggio il film vuole farti capire e cercare di dirti. Ma Avatar
aveva anche un altro livello, un terzo, quello del subconscio…C’era un livello
terziario di lettura… una sorta di sensazione onirica che ti faceva bramare e
desiderare con tutto te stesso di essere lì, in quel luogo, un posto sicuro
dove potevi sentirti veramente a casa.”;
spiegando come secondo lui il “terzo livello” è il segreto per il successo e quella stesura scartata non arrivava a
quell’obiettivo.
Nel settembre del 2017 iniziò la lavorazione e le riprese dei sequel, di cui il
secondo e il terzo vennero girati insieme.
All’epoca era stato annunciato che le date di uscita dei primi due film erano
previste per il 2020 e il 2021, date slittate a dicembre 2022 e dicembre 2024
per altri due motivi: il primo è stato l’acquisizione della Fox (casa di produzione del film) da
parte di Disney dove, fino al termine delle trattative nel 2019, bloccarono le
riprese, il secondo fu il lockdown da
Covid-19 dove la Nuova Zelanda (luogo delle riprese) impose restrizioni
rigidissime e solo grazie a varie richieste e permessi riuscirono a girare.
E dopo 13 anni, difficoltà varie e molti slittamenti, Avatar 2: La Via dell’Acqua è finalmente oggi nei cinema mondiali e
con le sue 3 ore e 10 minuti sta promuovendo in quasi tutte le sale mondiali un
ritorno all’utilizzo del 3D che è stato studiato apposta per questo film. Inoltre
le varie testate giornalistiche confermano che non è più il vecchio 3D da “mal
di testa” ma, anzi, risulta innovativo e impressionante da far rimanere a bocca
aperta, facendo immergere ancora maggiormente lo spettatore all’interno della
storia.
Per verificare che le aspettative riguardante questo film siano rispettate a
pieno non rimane che andare a vederlo.
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