mercoledì 1 marzo 2023

La transfobia uccide.


 
L’Italia è il  primo paese in Europa per vittime di transfobia



di Asia Zeggiato

 

Si è veramente consci di quello che sta succedendo alle minoranze in Italia?

A pochi giorni del “Transgender Day of Remembrance” del 20 novembre, l’associazione   Transgender ACET ha diramato alcuni dati legali sulla transfobia in Italia e nel resto del pianeta durante il 2022.

Quest’anno il numero delle vittime è di 381 in tutto il mondo e, in media, più di una persona trans al giorno perde la vita non per cause naturali.

Dal 2019 c’è stato un aumento di casi dell’ 8%  e l’età media delle vittime è intorno ai 27 anni.
Nello specifico, la situazione nella regione del Veneto non è da meno. Un caso di crimine d’odio indiretto è quello di Cloe Bianco, una professoressa di fisica che insegnava alle superiori. Nel 2015 aveva fatto coming out sul posto di lavoro, ma venne sospesa in seguito a un duro commento da parte dell’assessora all’istruzione del tempo della regione Veneto. Dopo 7 mesi di isolamento nel suo camper e continue umiliazioni e offese, è stata ritrovata carbonizzata il 10 giugno 2022.

Un altro esempio potrebbe essere quello di Camilla, una parrucchiera che viveva in Liguria. Aveva 43 anni e il 7 giugno 2022 è stato ritrovato il suo corpo al confine tra Toscana e Liguria. Era stata picchiata e successivamente fucilata.

Monica J. Romano è la prima donna trans dichiarata, eletta al consiglio comunale di Milano e si impegna per la parità dei diritti per la comunità lgbtq+. Il 20 novembre, a Roma, ha condotto la marcia di commemorazione per le vittime di odio. Afferma che è da 30 anni che il governo italiano non vuole tutelare le persone lgbtq+ e ignora le suppliche e le proteste per il rispetto dei diritti connessi.

Questi problemi e crimini d’odio non compaiono solo in strada, ma anche a scuola. Sono troppe le persone bullizzate per il loro genere ed orientamento sessuale nelle scuole, da parte sia dei professori che dai giovani coetanei. Le persone che fanno parte della comunità lgbtq+ non sono al sicuro nemmeno nella propria vita scolastica. Nei casi più estremi, molte delle vittime hanno trovato “pace” nel suicidio.

Come si possono aiutare le persone transgender allora?

Rispettando i pronomi e senza usare possibilmente il deadname (cioè il nome scritto all’anagrafe prima della transizione).

Per tutte le persone trans che hanno bisogno di supporto per sentirsi valide esiste la carriera alias, un accordo di riservatezza tra studente, insegnante e famiglia (nel caso lo studente sia minorenne), attraverso il quale si chiede di essere riconosciuti e denominati con un genere alternativo rispetto a quello assegnato dalla nascita. È l’anticipazione dei provvedimenti futuri della transizione di genere.

Se siete vittime di crimini d’odio verbali e/0 fisici parlatene (se ne avete la possibilità, anche con professionisti) e denunciate.

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