I bambini
tornano a casa piangendo, mentre lo sport dovrebbe fare tutt’altro effetto.
di Alice Panato
Il calcio è uno sport di aggregazione con un team che trasmette forti emozioni alla propria squadra del cuore. Oltre alle vittorie però esistono anche sconfitte e delusioni e questo pesa molto sul calciatore. E’ cambiato molto negli anni e ora è diventato quasi un business, si pensa soltanto ai soldi! Il tema principale del calcio è sicuramente la competizione, soprattutto nel calcio professionistico. Nel calcio di alto livello ci sono allenatori che allenano e preparano ogni giorno giocatori per portarsi a casa la vittoria e una soddisfazione generale per la squadra. Questo accade anche nel calcio dilettantistico i cui protagonisti sono bambini di 8-10 anni che dovrebbero giocare per divertirsi, mentre invece le urla e le grida dei genitori e dei mister li infastidiscono facendo loro, credere che bisogna assolutamente vincere.
Questo
capita perché spesso i genitori vogliono che i loro figli diventino quello che
loro non sono riusciti a diventare creando quindi uno stress per i
ragazzi.
Questo
provoca un comportamento sbagliato dei bambini mentre giocano. Alcuni si
innervosiscono e giocano in modo “non corretto” nei confronti degli avversari
ma addirittura altri giocano male nei confronti della loro squadra perché
troppo sotto pressione.
In
tal caso il calcio non rimane uno sport di squadra dove tecnicamente si gioca
per divertimento e ottenere buoni risultati, ma diventa uno sport
aggressivo.
Questa
elevata competitività tra bambini influisce sullo sviluppo sociale.
Molti
bambini piangono perché non sono riusciti a giocare bene e altri ancora
piangono perché considerati “scarsi” non gli è permesso giocare.
Secondo
la psicologia tutto ciò su bambini di 10 anni crea molti fastidi nervosi e
inoltre i bambini credono di non essere mai abbastanza minando la loro
autostima.
Utile
sarebbe che i mister oltre a voler raggiungere la vittoria portassero i
componenti della squadra al massimo del divertimento e che il calcio diventi un
luogo di sfogo e di gioco per i ragazzi.


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