Una passione che si può ritorcere in un’ossessione
Da sempre il
calcio è considerato in Italia lo sport più diffuso e seguito. Trattandosi di
uno sport di squadra praticabile ovunque, esso favorisce la partecipazione a
tutti. Nella fase di crescita viene associato ad un percorso formativo ed
educativo per sviluppare la socialità, la collaborazione e lo spirito di
gruppo. Il calcio è lo sport con maggior seguito da parte della popolazione
maschile. Purtroppo la passione sportiva a volte può degenerare in una vera e
propria ossessione, dando luogo a fenomeni di fanatismo. Molti sono i casi in
cui tifosi di squadre opposte si ritrovano coinvolti in risse, in lanci di
oggetti e atti di vandalismo provocando danni alle strutture e alle persone.
Per diminuire questi episodi, sono state imposte nel corso degli anni continue
restrizioni finalizzate alla identificazione di coloro che in precedenza ne
erano responsabili. Nota è la strage dell’Heysel, avvenuta il 29 maggio 1985
durante la partita Juventus-Liverpool, in cui morirono 39 persone.
Oggigiorno le
misure di sicurezza sono tali da evitare il contatto tra tifoserie opposte
all’interno dello stadio, ma resta sempre difficile gestirle al di fuori degli
impianti sportivi, motivo per cui solitamente le forze dell’ordine cercano di
accompagnare gli ospiti lungo percorsi segnati, bloccando le vie secondarie ai
cittadini per favorire il percorso. Nonostante le misure di sicurezza abbiano
limitato le problematiche di fanatismo nei campionati professionistici, resta
ancora evidente il problema nei campionati giovanili. Attraverso un sondaggio posto a una classe
del liceo Fogazzaro, è emerso un gran numero di persone che hanno assistito ad
episodi di questo tipo, durante le partite dei campionati giovanili di tutti
livelli.
In conclusione,
il fanatismo si può combattere solo migliorando l’educazione dei giovani
affinché diventino in futuro degli adulti e genitori più rispettosi e maturi
che sappiano accettare gli esiti negativi delle partite delle squadre a cui
assistono, senza vederne il risultato come una sconfitta personale.

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