Un lungo processo di sviluppo tecnologico ha
portato alla nascita del genere di cellulare che conosciamo oggi: il primo
prototipo risale al lontano 1973, e, confrontato con uno smartphone attuale, ci
pare un oggetto del paleolitico.
Anche solo pensare che i nostri nonni prima
vivevano senza un cellulare ci sembra impossibile: questo perché ormai
consideriamo il telefono essenziale, un qualcosa di necessario. Eppure neanche
nei primi anni ‘80 i telefoni erano a disposizione di tutti, infatti solo le
persone agiate ne possedevano uno.
Solo negli anni 1990-95 i telefonini entrano nel
mercato di massa, ma occorre aspettare il 2008 perché i cellulari siano come
quelli che vediamo oggi, con touchscreen e applicazioni di vario genere.
Inizialmente il cellulare era usato unicamente
come mezzo di comunicazione, in quanto con esso si potevano solo effettuare
delle chiamate o al massimo mandare sms. Con la comparsa di whatsApp nel 2009
tutto cambia: gli utenti possono inviarsi non solo messaggi ma anche foto,
immagini, audio e video, ampliando moltissimo la funzione comunicativa già
citata in precedenza. Credo tuttavia che sarete tutti d’accordo con me sul
fatto che whatsApp non sia definibile un social.
Il primo vero grande social media, Facebook,
compare 5 anni prima, nel 2004, ad opera di Mark Zukenberg. Questo social però
nelle giovani generazioni di adesso non
riscuote tanto successo: per i ragazzi della mia età Facebook infatti è “da
vecchi”. Lo usano principalmente i genitori, i cosiddetti “millennials”, ma a
volte anche i nonni molto “tecnologici”. Questo perché Facebook, nel tempo, è
passato di moda, ed è stato sostituito da
altre applicazioni come Tik tok o Istagram.
A mio parere con i social si è andato un po' a
perdere l’obiettivo iniziale del cellulare: ora questo non serve più solo a
comunicare con gli altri, ma serve in primis ad apparire. Ha reso la vita una
gara a chi è più bello, più alla moda, più social! Ci si sente sempre in
competizione, oppure si capisce che non si sarà mai all’altezza……
Tuttavia, pur provando questo senso di
inadeguatezza, data dal continuo confronto tossico con gli altri, non riusciamo
a staccarci dallo schermo. A proposito, ho fatto un piccolo sondaggio tra le
mie compagne di classe e ne è risultato che la maggior parte sta sul cellulare
almeno quattro ore al giorno e soprattutto sui social! È incredibile, a
pensarci bene, non solo quanto tempo rubino alla nostra vita ma anche quanto
influenzino le nostre scelte. Questi colossi informatici, senza chiedere
neanche un euro a noi, muovono in realtà una quantità enorme di denaro andando
a manipolare la vita delle persone.
Le più colpite, secondo me, sono le ragazze che
hanno come punti di riferimento le influencer con la “vita perfetta”: esse si
trovano in difetto rispetto a standard che però sono completamente folli, e
questo le porta a cercare l’approvazione non solo del loro gruppo di amici,
come accadeva una volta, ma quella del mondo intero.
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