giovedì 20 marzo 2025

Indietro non si può tornare

 


 


 di Iole Tropiano

 

Un lungo processo di sviluppo tecnologico ha portato alla nascita del genere di cellulare che conosciamo oggi: il primo prototipo risale al lontano 1973, e, confrontato con uno smartphone attuale, ci pare un oggetto del paleolitico.

Anche solo pensare che i nostri nonni prima vivevano senza un cellulare ci sembra impossibile: questo perché ormai consideriamo il telefono essenziale, un qualcosa di necessario. Eppure neanche nei primi anni ‘80 i telefoni erano a disposizione di tutti, infatti solo le persone agiate ne possedevano uno.

Solo negli anni 1990-95 i telefonini entrano nel mercato di massa, ma occorre aspettare il 2008 perché i cellulari siano come quelli che vediamo oggi, con touchscreen e applicazioni di vario genere.

Inizialmente il cellulare era usato unicamente come mezzo di comunicazione, in quanto con esso si potevano solo effettuare delle chiamate o al massimo mandare sms. Con la comparsa di whatsApp nel 2009 tutto cambia:  gli utenti possono  inviarsi non solo messaggi ma anche foto, immagini, audio e video, ampliando moltissimo la funzione comunicativa già citata in precedenza. Credo tuttavia che sarete tutti d’accordo con me sul fatto che whatsApp non sia definibile un social.

Il primo vero grande social media, Facebook, compare 5 anni prima, nel 2004, ad opera di Mark Zukenberg. Questo social però nelle giovani generazioni di adesso  non riscuote tanto successo: per i ragazzi della mia età Facebook infatti è “da vecchi”. Lo usano principalmente i genitori, i cosiddetti “millennials”, ma a volte anche i nonni molto “tecnologici”. Questo perché Facebook, nel tempo, è passato di moda, ed è stato sostituito da  altre applicazioni come Tik tok o Istagram.

A mio parere con i social si è andato un po' a perdere l’obiettivo iniziale del cellulare: ora questo non serve più solo a comunicare con gli altri, ma serve in primis ad apparire. Ha reso la vita una gara a chi è più bello, più alla moda, più social! Ci si sente sempre in competizione, oppure si capisce che non si sarà mai all’altezza……

Tuttavia, pur provando questo senso di inadeguatezza, data dal continuo confronto tossico con gli altri, non riusciamo a staccarci dallo schermo. A proposito, ho fatto un piccolo sondaggio tra le mie compagne di classe e ne è risultato che la maggior parte sta sul cellulare almeno quattro ore al giorno e soprattutto sui social! È incredibile, a pensarci bene, non solo quanto tempo rubino alla nostra vita ma anche quanto influenzino le nostre scelte. Questi colossi informatici, senza chiedere neanche un euro a noi, muovono in realtà una quantità enorme di denaro andando a manipolare la vita delle persone.

Le più colpite, secondo me, sono le ragazze che hanno come punti di riferimento le influencer con la “vita perfetta”: esse si trovano in difetto rispetto a standard che però sono completamente folli, e questo le porta a cercare l’approvazione non solo del loro gruppo di amici, come accadeva una volta, ma quella del mondo intero.

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