di Jennifer Calabria
‘‘I prossimi minuti sono molto importanti
per te. Se hai un po' di tempo, potresti ascoltare la mia storia?” Le
seguenti parole sono state sentenziate da uno dei serial killer più noti e
spietati, Ted Bundy famoso per la sua capacità di manipolare e sedurre le
vittime. Le domande che molti si pongono sono: Cosa si nasconde dietro una
frase del genere? Cosa succede nella mente delle persone che commettono crimini
così disumani e impietosi? Prima di andare avanti, però, ci dovremmo soffermare
sulla definizione di serial killer.
Codesto soggetto è una persona che commette molteplici omicidi con un
intervallo di tempo tra ciascun delitto, e con una certa schematicità, come se
seguissero un rito. Detto questo, per capire realmente cosa accade, dobbiamo
osservare più da vicino la psicologia di questi individui. In molti casi spesso
c’è una generalizzazione non sempre corretta, ovvero quella di considerarli
esclusivamente come mostri o cattivi, ma in realtà possiedono tratti e
comportamenti molto distintivi. Numerosi di loro soffrono di disturbi di
personalità, come il disturbo antisociale che li rende incapaci a provare
empatia o rimorso delle loro azioni. Un altro tratto popolare è la psicopatia,
una condizione caratterizzata da una solida incoscienza nei confronti delle
emozioni degli altri. Gli psicopatici spesso si mostrano maestri nel manipolare
e ingannano le persone per ottenere ciò che vogliono. Oltre agli aspetti psico-neurologici
un grande ruolo lo gioca l’ambiente. Molti serial killer hanno vissuto momenti
e infanzie traumatiche segnate da abusi che hanno contribuito nel formare una
psiche disturbata. Anche l’ossessione e la compulsività per alcuni diventano
una sfida e un gioco irrefrenabile. Un’altra teoria molto affascinante è il
gene del serial killer. Gli scienziati hanno studiato che la genetica può
influire su predisposizioni e comportamenti violenti, tuttavia non ci può
essere una legge effettiva che provi che un criminale possa nascere solo ed
esclusivamente da caratteristiche biologiche. Uno degli esempi più eclatanti
che prova questa tesi è il celebre assassino Ted Bundy già precedentemente
citato, che ha iniziato a uccidere dopo aver subito continue umiliazioni
nell’età adolescenziale specialmente da parte delle donne. In conclusione
possiamo appurare che è difficile delineare il profilo psicologico di un serial
killer, poiché tutto ciò che succede nel loro cervello deriva dalla combinazione
di più fattori.
bell'articolo, specialmente l'argomento è molto particolare e a mio parere lo hai trattato molto bene sapendoti esprimere nel miglior modo, complimenti
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