giovedì 20 marzo 2025

La psicologia dei serial killer: cosa succede nel cervello di chi commette crimini efferati?



di Jennifer Calabria

‘‘I prossimi minuti sono molto importanti per te. Se hai un po' di tempo, potresti ascoltare la mia storia?” Le seguenti parole sono state sentenziate da uno dei serial killer più noti e spietati, Ted Bundy famoso per la sua capacità di manipolare e sedurre le vittime. Le domande che molti si pongono sono: Cosa si nasconde dietro una frase del genere? Cosa succede nella mente delle persone che commettono crimini così disumani e impietosi? Prima di andare avanti, però, ci dovremmo soffermare sulla definizione di serial killer. Codesto soggetto è una persona che commette molteplici omicidi con un intervallo di tempo tra ciascun delitto, e con una certa schematicità, come se seguissero un rito. Detto questo, per capire realmente cosa accade, dobbiamo osservare più da vicino la psicologia di questi individui. In molti casi spesso c’è una generalizzazione non sempre corretta, ovvero quella di considerarli esclusivamente come mostri o cattivi, ma in realtà possiedono tratti e comportamenti molto distintivi. Numerosi di loro soffrono di disturbi di personalità, come il disturbo antisociale che li rende incapaci a provare empatia o rimorso delle loro azioni. Un altro tratto popolare è la psicopatia, una condizione caratterizzata da una solida incoscienza nei confronti delle emozioni degli altri. Gli psicopatici spesso si mostrano maestri nel manipolare e ingannano le persone per ottenere ciò che vogliono. Oltre agli aspetti psico-neurologici un grande ruolo lo gioca l’ambiente. Molti serial killer hanno vissuto momenti e infanzie traumatiche segnate da abusi che hanno contribuito nel formare una psiche disturbata. Anche l’ossessione e la compulsività per alcuni diventano una sfida e un gioco irrefrenabile. Un’altra teoria molto affascinante è il gene del serial killer. Gli scienziati hanno studiato che la genetica può influire su predisposizioni e comportamenti violenti, tuttavia non ci può essere una legge effettiva che provi che un criminale possa nascere solo ed esclusivamente da caratteristiche biologiche. Uno degli esempi più eclatanti che prova questa tesi è il celebre assassino Ted Bundy già precedentemente citato, che ha iniziato a uccidere dopo aver subito continue umiliazioni nell’età adolescenziale specialmente da parte delle donne. In conclusione possiamo appurare che è difficile delineare il profilo psicologico di un serial killer, poiché tutto ciò che succede nel loro cervello deriva dalla combinazione di più fattori.

1 commento:

  1. bell'articolo, specialmente l'argomento è molto particolare e a mio parere lo hai trattato molto bene sapendoti esprimere nel miglior modo, complimenti

    RispondiElimina