di Margherita Pinto
Tra
polemiche su inclusività, scelte politiche e trama stravolta, la Disney ha trasformato la fiaba di “Biancaneve e i sette nani” in un vero e proprio campo di battaglia ideologico, in nome del “politicamente corretto”.
Non creare discriminazioni, non mancare di rispetto a nessuno è corretto e giusto, ma forse a questo punto di sbagliato c’è proprio il titolo! Innanzitutto la scelta di un’attrice colombiana, con la pelle un po’ scuretta, per il ruolo di Biancaneve, bianchissimi per sua stessa definizione, ha scatenato numerose polemiche.
In effetti la figura della protagonista, che si chiama Biancaneve proprio perché ha la pelle bianca come la neve, è sicuramente una forzatura in nome del politicamente corretto. Anche aver stravolto completamente la figura del principe, eliminando tutto quello che poteva esserci di romantico nella fiaba, in nome di una presa di posizione della figura femminile, per contrastare il patriarcato ha suscitato delle polemiche.
Ma probabilmente il cambiamento più discutibile riguarda i sette nani, sostituiti da creature magiche caratterizzanti del diverse etnie e realizzate al computer.
In nome dell’inclusività i nani diventano entità digitali surreali. Ma c’è da chiedersi se questa scelta non provochi proprio l’effetto contrario e cioè l’esclusione dei personaggi affetti da nanismo dalla scena. Questa scelta sembra rinforzare l’idea sbagliata che ci si debba vergognare di essere nani, tanto da non essere inseriti nella pellicola. Senza considerare che in questo modo è stato privato agli attori nani la possibilità di un’occasione di lavoro.
Ormai la battaglia per far valere principi giusti rischia di diventare un’ossessione controproducente: il voler insistere in maniera forzata e innaturale per un’inclusione diventa un’altra forma di esclusione ancora peggiore.
In questo modo si arriverà al punto che i bianchi e i maschi si sentiranno discriminati.
Forse basterebbe un po’ di equilibrio, apertura mentale e soprattutto maggior rispetto per il prossimo per vivere tutti bene in un mondo variegato.
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