di Fatima Zahra Samb
Sempre
più spesso in questi ultimi anni sentiamo parlare dell’anno all’estero. Ma di
cosa si tratta?
L’anno
all’estero, o exchange year, è un’opportunità
offerta agli studenti dai 15 ai 18 anni in cui si ha la possibilità di studiare
12 mesi in un Paese straniero, con lo scopo di imparare una lingua e di
immergersi totalmente in una nuova realtà culturale, generalmente frequentando
una scuola superiore o un programma di studio linguistico. Per quanto riguarda
il soggiorno, è possibile scegliere se alloggiare in un college o presso una
famiglia ospitante.
Ma, nel concreto, quanti studenti italiani ogni anno scelgono di vivere un’esperienza di studio all’estero? Nel 2021 sono stati 17.248 gli studenti che hanno scelto di fare questa esperienza, in base ai dati di Eurostat. Circa il 90% di questi ha preferito destinazioni europee, con Germania (12,2%), Spagna (21,6%) e Francia (13,4%) come paesi principali, mentre il restante 14,4% ha optato per il Nord America e l’Asia.
Inoltre,
sono in molti a chiedersi se effettivamente sia un rischio fare un’esperienza
del genere, o se possa comportare in seguito qualche difficoltà a livello
didattico. In base a un articolo del 2024, il 40% degli studenti ha riscontrato
alcune complicazioni nel reinserimento a scuola. Secondo uno studio di
Intercultura, invece, quasi la metà degli studenti ha ottenuto una valutazione
superiore a 90 all’esame di maturità.
Ho deciso di partire principalmente per mettermi alla prova e uscire dalla mia comfort zone. Sentivo il bisogno di vivere qualcosa di nuovo, lontano dalle abitudini e dai ritmi a cui ero abituata. Prima di partire mi aspettavo di crescere, di imparare una lingua, ma soprattutto di conoscere un modo diverso di vivere, studiare, relazionarsi. Non avevo idea precisa di cosa avrei trovato, ma ero pronta a lasciarmi sorprendere.
Cosa ti ha lasciato di buono questo percorso?
Sicuramente mi ha insegnato a cogliere il momento e a buttarmi di più nelle situazioni senza pensarci troppo. Ho sviluppato una voglia più forte di provare cose nuove e di aprirmi a esperienze che prima magari avrei evitato per timore o insicurezza. È stata una crescita personale continua, che mi ha lasciato più consapevolezza di chi sono e di cosa sono capace.
A livello didattico tornare per affrontare la quinta è stato impegnativo e in un certo senso frustrante. Mi sono trovata a dover recuperare dei contenuti e a riadattarmi al metodo scolastico italiano. Allo stesso tempo però mi sono sentita più arricchita, soprattutto dal punto di vista mentale. L’esperienza all’estero mi ha dato una certa elasticità mentale, che oggi mi aiuta ad affrontare anche lo studio (oltre che alla vita) in modo più creativo e personale, trovando il mio modo di capire e imparare.
E
voi studenti del liceo Fogazzaro, siete interessati a questo tipo di
esperienza?
Nessun commento:
Posta un commento