domenica 27 aprile 2025

 


 di Arianna Giolo

Scuola e pandemia: cosa ci ha insegnato davvero la DAD?

Tra schermi spenti, connessioni lente e nuove abitudini digitali, la didattica a distanza ha lasciato un segno profondo nel modo di vivere la scuola. Ma quali sono le vere lezioni che ci ha lasciato?

 “Accendete le videocamere, per favore”.

Penso sia la frase più pronunciata tra l’anno 2020 e il 2021 dagli insegnanti di tutta Italia. 

In piena pandemia la scuola si è trasferita nelle stanze di casa: tra letti sfatti, colazioni appena consumate, webcam chiuse è nata la Didattica a Distanza, meglio nota come DAD. Ma cosa ci ha davvero lasciato questa esperienza? Solo ricordi di cui nessuno vuole parlare o anche qualche insegnamento?

 Inizialmente è stato difficile, sia per gli studenti che per gli insegnanti. Senza preavviso ci si è dovuti inventare un nuovo modo di far lezione, dovendo imparare rapidamente l’uso di strumenti digitali come piattaforme online e dispositivi elettronici e inventando modi alternativi per mantenere viva l’attenzione degli studenti.

 La relazione tra i compagni, fatta di risate tra i banchi e merende in corridoio, è venuta a mancare. Molti alunni si sono sentiti soli, demotivati, e il rendimento scolastico, per alcuni,  ne ha risentito in maniera notevole.

Inoltre non tutti avevano una connessione stabile o un dispositivo adeguato: la DAD ha accentuato le differenze sociali, rendendo più difficile l’accesso allo studio o l’invio del materiale svolto agli insegnanti.

 Eppure, nonostante le difficoltà iniziali, la DAD ha trasmesso capacità e competenze che faranno parte del “bagaglio personale” per il futuro di ogni alunno. Infatti, se dapprima sembravano estranee, successivamente e tuttora sono diventate strumenti familiari, utili ben oltre la scuola. Quante volte ora gli studenti si ritrovano a dire: “almeno questo l’ho già fatto durante la DAD!”.

Ora che siamo tornati in aula, sembra che tutto sia tornato alla normalità. Ma forse qualcosa è cambiato per sempre. La pandemia ci ha fatto capire che la scuola non è solo trasmissione di nozioni, ma anche relazione, ascolto, empatia. Il bello della scuola è conoscere nuove persone, crearsi quelle amicizie con cui si condividono gioie e difficoltà; i momenti di studio assieme fatti di risate e complicità diventano ricordi indelebili e spesso amicizie che resteranno a vita. 

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