di Alessandro Lobbia
I festival musicali sono sempre esistiti in forme più o meno diverse. I luoghi di ritrovo in cui le persone si trovavano ad ascoltare musica come attività principale esistono probabilmente da quando esiste la musica stessa. Nel tempo si sono evoluti così tanto da diventare un grandissimo business che nel 2023 ha portato fatturati di circa 4,5 miliardi di euro nel solo territorio italiano.
Questi eventi
riguardano infatti tutte le categorie di età che quindi contribuiscono
all’aumentare di questo settore, dal il più anziano al più giovane tutti amano
ascoltare musica e soprattutto in festival tematici, che variano da generi
musicali, a feste come ricorrenze o festività (rientrano, per esempio, anche le
sagre di paese con un grande apporto musicale), oppure l’imminente concerto del
primo di maggio.
Infatti i festival
variano di durata, luogo e …. come sopra citato, tema.
Possiamo
ricordare, tra i più noti nei tempi recenti, il Lollapalooza, Tomorrowland, il New
Orleans Jazz & Heritage Festival, Il Rolling Loud e gli italiani Nameless
e Firenze Rock.
Abbiamo raccolto
una testimonianza di uno studente (ha scelto di rimanere anonimo, ndr) che ha
partecipato a due dei festival nominati, Il Nameless 2023, e Il Rolling Loud
2025.
Il primo è uno
dei più grandi festival hip-hop del mondo, nato a Miami nel 2015. Riunisce i
migliori artisti del rap e della trap su scala globale, con edizioni in città
come New York, Los Angeles e perfino in Europa, che nel 2025 (15/16 Marzo) ha
visto come setting la citta degli angeli, con headliner (i principali artisti
della serata, ndr) del calibro di Playboi Carti, fresco dei suoi record con
l’album I AM MUSIC, e l’attesissimo A$AP Rocky. Il secondo è un importante
festival di musica elettronica e urban che si tiene ogni anno in Italia, a fine
primavera. Nato nel 2013, ospita DJ internazionali e artisti italiani in
un’atmosfera festosa immersa nella natura, con famosi DJ come Skrillex e
artisti Italiani come Ernia, Rose Villain, SillyElly.
Cosa ti ha colpito di più del Nameless
Festival 2023?
Sicuramente l’energia pazzesca che si
respirava già dal primo giorno, ho poi adorato l’ambientazione, amo la natura e
coniugarla con la musica è stato fantastico. Quando è salito Rondodasosa il
pubblico è letteralmente esploso, sembrava di essere in un altro mondo. Anche
Salmo ha spaccato, è stato uno dei momenti più intensi del festival per me.
Chi è stato l’artista che hai apprezzato di
più?
Skrillex. Ne sono
praticamente ossessionato. ed è stato incredibile, davvero. Era da anni che
aspettavo di vederlo suonare live e ha superato ogni aspettativa. La sua
setlist era potentissima, ha fatto ballare anche chi non lo conosceva. Per me è
stato il punto più alto di tutto il festival, mi sono emozionato come un
bambino.
Come hai gestito la scuola con il festival, visto
che si tiene proprio a inizio giugno?
Non è stato
facile, lo ammetto. Avevo ancora qualche verifica e interrogazione nei giorni
precedenti, ma mi sono organizzato per tempo. Ho studiato prima e ho parlato
con i prof. Alla fine sono riuscito a godermelo senza troppi sensi di colpa…
anche se lunedì mattina la sveglia è stata durissima!
Cosa ti porti a casa dopo questa esperienza al
Nameless, soprattutto considerando che il festival si svolge in mezzo alla
natura e proprio prima della fine della scuola?
Mi porto a casa
un mix di emozioni incredibili. La location immersa nella natura ha reso
l’esperienza ancora più unica, con quei paesaggi verdi che ti fanno staccare
completamente dalla routine. È stato bello vedere come la musica e l’ambiente
possano unirsi in modo così potente. E poi, nonostante la scuola fosse ancora
lì dietro l'angolo, sono riuscito a staccare dalla pressione delle verifiche. È
come se quel weekend mi avesse ricaricato le batterie, preparando a tornare sui
libri con un’altra energia.
L’esperienza
al Rolling Loud è stata molto diversa da quella del Nameless contando il
continente diverso, il genere e l’ambiente. A$AP Rocky ha spaccato, l’arrivo in
elicottero è stato pazzo, pensavo di avere un attacco di cuore. Playboi Carti
ha fatto una delle sue migliori performance, portando anche sul palco Kai
Cenat, (streamer, ndr) e sicurmante il fatto che due giorni prima avesse
rilasciato l’album mi ha fatto apprezzare le nuove canzoni in maniera molto
diversa e energetica, se dovesse venire in Italia, sicuramente non perderei
l’occasione di andare al suo tour
Essere in un festival negli Stati Uniti è
stato molto diverso rispetto a quelli italiani. Com’è stato vivere questa
differenza e cosa ti ha colpito del pubblico americano?
Gli Stati Uniti sono davvero un altro mondo.
La cultura del rap e dell’hip-hop è radicatissima, e si percepisce subito in un
evento come il Rolling Loud. Il pubblico è super energico, ogni artista è
accolto con una reazione fortissima. Nei Moshpit (Poghi, ndr) pensavo di morire
soffocato, ma ne è valsa la pena, penso di non essermi mai fermato.
E la scuola? Come sei riuscito a gestire
tutto prima e dopo il festival?
Fortunatamente ero riuscito a organizzarmi
bene prima di partire, così non ho dovuto fare gli straordinari per recuperare.
C’erano state delle vacanze che mi avevano permesso di avvantaggiarmi con lo
studio (sono anche quelle che hanno convinto i miei genitori a lasciarmi
andare) Comunque tutto sommato non ha intaccato in maniera pesante il mio
studio.
Abbiamo quindi
potuto constatare che i festival musicali, anche quelli che durano più giorni,
sono tranquillamente frequentabili anche nel pieno dell’anno scolastico e anzi,
possono essere utili non solo come divertimento e come “ricarica” delle
batterie degli studenti, ma possono essere anche delle esperienze educative per
quanto riguarda il controllo delle scadenze e degli impegni.
Nessun commento:
Posta un commento