di Linda
Buda
“Sei una ragazza, non sarai mai brava quanto un
ragazzo a calcio”
“La danza è per le femminucce”
Queste frasi vi suonano familiari? Se la
risposta è sì allora avete assistito, o siete stati protagonisti, di una forma
di discriminazione purtroppo molto comune.
Si chiamano stereotipi o pregiudizi di genere a
cui milioni di giovani sono sottoposti tutti i giorni, rendendo ancora più
limitata l’indipendenza e la libertà di scelta per i ragazzi un po’ più timidi
e facilmente influenzabili, paurosi di essere giudicati ed emarginati.
Il fine è sempre quello di rimarcare la
mentalità chiusa e arretrata che ormai non esita ad andarsene e, anzi, rimane
ferrea e radicata influenzando le persone giorno dopo giorno nel proprio modo
di pensare e vivere.
Come a voler dire che al momento della nostra
nascita ci siano state instillate un sacco di norme e restrizioni dovute al
nostro genere, al quale dobbiamo attenerci, altrimenti verremmo colpiti da
discriminazioni, minacce e tanto altro.
Per quanto alla nostra società piaccia innovare
qualsiasi tipologia di tecnologia, quando si tratta di combattere stereotipi e
disparità di genere, solo in pochi si attivano a cambiare questa parte della
società retrograda nella quale viviamo.
Ma esistono veramente degli sport solo da
maschio o solo da femmina?
A questo punto la risposta è ovvia: no.
Non esistono sport solo per maschi o solo per
femmine.
Esistono sport più pericolosi di altri.
Esistono sport con attrezzi ed altri no.
Esistono sport al chiuso e all’aperto.
Esistono sport che ci piacciono e non.
E questa dovrebbe essere l’unica restrizione
accettabile.
Lo sport deve essere un momento di libertà
dedicato a noi stessi, la palestra una nuova casa e i compagni dei nuovi amici,
e sopra ad ogni altra cosa dobbiamo essere noi e i nostri gusti i protagonisti
di questa scelta.
Purtroppo gli individui pronti a giudicare non
sono solo fuori dal campo, ma a volte anche dentro. Tra compagni ed insegnanti
spesso anche chi fa parte di questi ambiti dovrebbe rivedere la sua modalità di
pensiero e di interfaccio con i propri allievi, o compagni.
Purtroppo la strada per abbattere pregiudizi
inutili e stereotipi fuori dal normale è ancora lunga e chi rimane a soffrirne
sono sempre le stesse anime eccitate per il loro nuovo inizio e costrette a
lasciare o peggio, neanche a cominciare, per colpa di chi si sente in diritto
di decidere per loro.
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