giovedì 5 giugno 2025

Essere nuovi tra i banchi di scuola: quando una lingua divide, l'accoglienza unisce.


 

di Martina Novello

 

Ogni anno, e sempre più spesso, molti ragazzi e ragazze stranieri arrivano in Italia da un giorno all'altro e si ritrovano immersi in un gruppo classe dove non capiscono o comprendono la lingua. Oltre ad essere un limite per i docenti che saranno comunque poi obbligati a valutarli, la lingua rappresenta un ostacolo soprattutto tra compagni di classe. All'interno di una classe è,  infatti, fondamentale comprendersi per mantenere un adeguato clima di classe e per evitare fraintendimenti. Chi si sentirà poi più in soggezione e a disagio saranno i nuovi studenti che avranno molta difficoltà ad interagire con il resto del gruppo. Indubitabile è che capire una lingua è importante, ma sentirsi capiti lo è ancora di più. Proprio per questo motivo, infatti, all’ostacolo della lingua conseguirà un'esclusione dalla classe. Nonostante questo sia abbastanza diffuso, è necessario che non venga normalizzato: tutti gli studenti hanno il diritto, appunto, ad un'educazione adeguata alle loro capacità e senza sentirsi in difetto rispetto agli altri. 

Il sistema scolastico italiano non è sufficientemente aggiornato per questioni del genere e proprio questo è il motivo per cui l'integrazione per coloro che si ritrovano a dover affrontare situazioni così complicate e delicate è molto difficile che accada.

Un episodio simile è capitato all'interno del nostro gruppo classe mentre frequentavo la classe prima: per un anno intero, infatti, una mia compagna si è trovata valutata in materie e argomenti nuovi in una lingua nuova. Ovviamente diverse e notevoli furono le difficoltà che ha riscontrato nel corso dei vari mesi scolastici ma non ritengo che queste siano state dovute ad altri fattori se non quelli linguistici e quelli relazionali. Riguardo a questi ultimi, infatti, credo che la colpa sia da affidare non solamente alla studentessa in questione ma soprattutto alla classe. Solamente mesi dopo mi sono resa conto di quanto avremmo potuto fare per farla sentire più inclusa e aiutata, anche semplicemente con piccoli gesti all'interno della quotidianità del gruppo classe. Grazie a questa esperienza, sono arrivata alla conclusione che non basta frequentare abitudinariamente un posto per farne parte ma è necessario anche sentirsi accettati.

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