venerdì 13 maggio 2022

I fantasmi della Guerra Fredda:

 

Analisi politica, economica e storica delle cause del conflitto russo-ucraino

 

 


di Tommaso Maragno

Il 24 Febbraio 2022, nelle prime ore del mattino, le truppe della “Missione Speciale di Denazificazione” russe hanno invaso il territorio Ucraino.

Prontamente i paesi della NATO hanno condannato questo atto di “ingiustificata violenza” ai danni di un paese sovrano. Questa escalation ha determinato ferree sanzioni economiche nei confronti dell’ex colosso sovietico. Successivamente all'applicazione di tali sanzioni si sono mobilitati numerosi contingenti di truppe NATO verso i confini orientali dei paesi dell'Est Europa.

Una preoccupazione sorge qualora l'Ucraina dovesse cadere: verrà reinstaurata la cortina di ferro che separerà nuovamente il mondo in due blocchi?

 

L'origine dell’aggressione nasce già nel 1945: Conferenza di Yalta, gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica si spartiscono il mondo approssimativamente in Est sovietico e Ovest liberale. Successivamente America e alleati fondano la NATO quale alleanza militare a scopo difensivo.

L’est sovietico si contrappone con il Patto di Varsavia, con pari identità difensiva, ma con una sostanziale differenza: da subito gli USA si delineano come alleato attento a salvaguardare l’indipendenza dei suoi protetti; l’URSS invece, impone la sua presenza ingombrante limitando al minimo il potere decisionale dei suoi stati vassalli.

L’arco temporale in cui le due superpotenze si contrapposero, denominato Guerra Fredda, non giunse al conflitto armato vero e proprio, ma assunse un carattere politico-economico.

In tutto il periodo di scontro gli Stati Uniti hanno applicato la strategia del Contenimento. Tale strategia si limitava a rispondere alle azioni dell’avversario, lasciandolo crollare lentamente a causa delle numerose criticità interne; l’atteggiamento si è dimostrato vincente ed ha segnato la definitiva vittoria del capitalismo sul comunismo.

La NATO, conclusa la sua funzione, si sarebbe dovuta sciogliere, ma il governo Clinton nel 1997 decise di operare un completo cambio di direzione riguardo la politica del Contenimento, adottando una strategia più dinamica. Assecondando il sogno egemone, gli Americani espansero la loro area di influenza a quei territori una volta oppressi dall’Unione Sovietica, premendo sempre più verso il nemico sconfitto.

I detrattori dell’allora presidente americano si opposero e sostennero che questa politica avrebbe portato, dopo l'inevitabile ricostruzione della Russia, a tensioni e a crisi economico-politiche non necessarie.

Per allontanare le numerose critiche, gli USA si prefissero come principale scopo la giustificazione dell'esistenza stessa della NATO.

Dall’istituzione della “Pax Americana” in occasione delle guerre Jugoslave, in cui l’alleanza si poneva come garante della pace, si passò alla guerra al terrorismo internazionale dopo l’11 Settembre 2001; più recentemente si è tornati al suo ruolo originario di difesa della democrazia.

Mentre il mondo occidentale veniva distratto dalla retorica americana, la Russia è tornata ad essere una potenza militare in grado di rivaleggiare con l'alleanza Atlantica.

La neonata Repubblica ha però ereditato il carattere autocratico e totalitario del suo predecessore, oltre che al violento nazionalismo espansionistico, retaggio del vecchio secolo. Inoltre, come aveva predetto l'opposizione nel 1997, Putin, il presidente-zar russo, fa elemento fondante della sua retorica "l'aggressione" subita dopo il crollo dell'Unione Sovietica.

Oltre all'aspetto politico-ideologico, fondamentale è l'aspetto economico, che si evince da 3 elementi fondamentali: la tassazione sul greggio, il territorio del Donbass e l’accesso al Mar Nero.

Rimuovere la tassazione sul greggio, che costituisce parte vitale dell’economia Ucraina, consentirebbe alla Russia di beneficiare di maggiori entrate economiche.

La contesa del Donbass, da sempre polo industriale e centro nevralgico dell’economia ucraina; per i Russi costituirebbe un ottimo asset finanziario di collegamento.

Infine, il controllo dei principali porti sul mar Nero, persi con il crollo dell’URSS, costituirebbe l’opportunità della Russia di entrare nell’area di mercato europea.

Lo spettro di una nuova cortina di ferro, in un mondo in cui l’economia globale risulta vitale per tutte le più grandi potenze, trova difficile realizzazione. Presumibilmente si genererà un inasprimento dei rapporti diplomatici tra est e ovest, ma si supererà in relativa velocità; le politiche, anche quelle più spregiudicate, seguono sempre la tirannide dell’economia.

 

 

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