Analisi politica, economica e storica
delle cause del conflitto russo-ucraino
di Tommaso Maragno
Il 24 Febbraio 2022, nelle prime ore del
mattino, le truppe della “Missione Speciale di Denazificazione” russe hanno
invaso il territorio Ucraino.
Prontamente i paesi della NATO hanno
condannato questo atto di “ingiustificata violenza” ai danni di un paese
sovrano. Questa escalation ha determinato ferree sanzioni economiche nei
confronti dell’ex colosso sovietico. Successivamente all'applicazione di tali
sanzioni si sono mobilitati numerosi contingenti di truppe NATO verso i confini
orientali dei paesi dell'Est Europa.
Una preoccupazione sorge qualora
l'Ucraina dovesse cadere: verrà reinstaurata la cortina di ferro che separerà
nuovamente il mondo in due blocchi?
L'origine dell’aggressione nasce già nel
1945: Conferenza di Yalta, gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica si spartiscono
il mondo approssimativamente in Est sovietico e Ovest liberale. Successivamente
America e alleati fondano la NATO quale alleanza militare a scopo difensivo.
L’est sovietico si contrappone con il
Patto di Varsavia, con pari identità difensiva, ma con una sostanziale
differenza: da subito gli USA si delineano come alleato attento a salvaguardare
l’indipendenza dei suoi protetti; l’URSS invece, impone la sua presenza
ingombrante limitando al minimo il potere decisionale dei suoi stati vassalli.
L’arco temporale in cui le due
superpotenze si contrapposero, denominato Guerra Fredda, non giunse al
conflitto armato vero e proprio, ma assunse un carattere politico-economico.
In tutto il periodo di scontro gli Stati
Uniti hanno applicato la strategia del Contenimento. Tale strategia si limitava
a rispondere alle azioni dell’avversario, lasciandolo crollare lentamente a
causa delle numerose criticità interne; l’atteggiamento si è dimostrato
vincente ed ha segnato la definitiva vittoria del capitalismo sul comunismo.
La NATO, conclusa la sua funzione, si
sarebbe dovuta sciogliere, ma il governo Clinton nel 1997 decise di operare un
completo cambio di direzione riguardo la politica del Contenimento, adottando
una strategia più dinamica. Assecondando il sogno egemone, gli Americani
espansero la loro area di influenza a quei territori una volta oppressi
dall’Unione Sovietica, premendo sempre più verso il nemico sconfitto.
I detrattori dell’allora presidente
americano si opposero e sostennero che questa politica avrebbe portato, dopo
l'inevitabile ricostruzione della Russia, a tensioni e a crisi
economico-politiche non necessarie.
Per allontanare le numerose critiche, gli
USA si prefissero come principale scopo la giustificazione dell'esistenza stessa
della NATO.
Dall’istituzione della “Pax Americana” in
occasione delle guerre Jugoslave, in cui l’alleanza si poneva come garante
della pace, si passò alla guerra al terrorismo internazionale dopo l’11
Settembre 2001; più recentemente si è tornati al suo ruolo originario di difesa
della democrazia.
Mentre il mondo occidentale veniva
distratto dalla retorica americana, la Russia è tornata ad essere una potenza
militare in grado di rivaleggiare con l'alleanza Atlantica.
La neonata Repubblica ha però ereditato
il carattere autocratico e totalitario del suo predecessore, oltre che al
violento nazionalismo espansionistico, retaggio del vecchio secolo. Inoltre,
come aveva predetto l'opposizione nel 1997, Putin, il presidente-zar russo, fa
elemento fondante della sua retorica "l'aggressione" subita dopo il
crollo dell'Unione Sovietica.
Oltre all'aspetto politico-ideologico,
fondamentale è l'aspetto economico, che si evince da 3 elementi fondamentali:
la tassazione sul greggio, il territorio del Donbass e l’accesso al Mar Nero.
Rimuovere la tassazione sul greggio, che
costituisce parte vitale dell’economia Ucraina, consentirebbe alla Russia di
beneficiare di maggiori entrate economiche.
La contesa del Donbass, da sempre polo
industriale e centro nevralgico dell’economia ucraina; per i Russi
costituirebbe un ottimo asset finanziario di collegamento.
Infine, il controllo dei principali porti
sul mar Nero, persi con il crollo dell’URSS, costituirebbe l’opportunità della
Russia di entrare nell’area di mercato europea.
Lo spettro di una nuova cortina di ferro,
in un mondo in cui l’economia globale risulta vitale per tutte le più grandi
potenze, trova difficile realizzazione. Presumibilmente si genererà un
inasprimento dei rapporti diplomatici tra est e ovest, ma si supererà in
relativa velocità; le politiche, anche quelle più spregiudicate, seguono sempre
la tirannide dell’economia.

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