lunedì 16 maggio 2022

Solo sì e sì. È violenza ogni atto senza consenso.

 È elevata la quota di donne che non parlano con nessuno della violenza subita, di chi non denuncia, di chi non cerca aiuto.

Ma la cosa più preoccupante è che queste azioni sarebbero davvero essenziali per aiutare la donna ad uscire dalla violenza.

 


di Jana Ivkovic

 

Cosa si intende per violenza? È “violenza contro le donne” ogni atto di violenza che provochi un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica, incluse le minacce e la privazione arbitraria della libertà. Comunemente si parla di femminicidio come “annientamento morale della donna e del suo ruolo sociale”.

Dal 1993 ad oggi, con l'evolversi della consapevolezza sociale, i sistemi legislativi dei vari paesi e le organizzazioni internazionali hanno via via modificato norme, fissato nuovi diritti e nuove misure di protezione per le vittime. Tuttavia bisogna fare altri passi da gigante.

Il 25 Novembre è la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne, data scelta dall’ONU nel 1999, perché nel 1960, nella Repubblica Dominicana, vennero uccise Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal per aver combattuto il regime autoritario di Rafael Trujillo.

Le sorelle cercavano di porre fine alla dittatura usando un nome in codice, “mariposas”, in italiano farfalle, per svolgere le loro attività clandestine.

 


 La scarpa rossa nelle donne viene vista come simbolo di indipendenza, di emancipazione, proprio per il forte effetto che il colore ha su noi esseri umani, e rappresenta sicurezza e potere.

Sono diventate simbolo della lotta contro il femminicidio e la violenza contro le donne grazie ad un artista, Elina Chauvet.

La sua opera è una distesa di “Zapatos Rojos”, scarpe rigorosamente rosse, che identificano tutti i maltrattamenti subiti dalle donne.

La panchina rossa è invece una simbologia nata in Italia.

Progetto lanciato dagli Stati Generali delle Donne ed è partito per la prima volta il 18 settembre 2016 per iniziativa del comune di Lomello.

Sulla panchina è di solito posta una targa che ne spiega la finalità, un riferimento al numero antiviolenza e in alcune zone sono stati aggiunti anche i nomi delle donne uccise in quella data regione.

Le leggi evidentemente non bastano però, bisogna cambiare la mentalità di chi maltratta, perché è soprattutto un fatto culturale che si nutre di pregiudizi e discriminazioni.

Per questo l'educazione dei giovani sin da piccoli è importante, sensibilizzare sull'argomento ed introdurre l'educazione su questo tema potrebbe essere uno step significativo.

Tutto questo per dire che la consapevolezza è l'uscita dalla violenza.

Chiunque voglia informazioni su come affrontare o segnalare una situazione di violenza può rivolgersi gratuitamente al numero verde 1522, attivo 24 ore su 24. Offre sostegno psicologico e giuridico, informazioni, consigli da operatrici che parlano italiano, inglese, francese, spagnolo e arabo.

Chi è nell'errore compensa con la violenza ciò che gli manca in verità è forza (Johann Wolfgang Goethe)

 

 

 

 

 

 

Nessun commento:

Posta un commento