mercoledì 11 maggio 2022

L'Italia è di nuovo fuori dai mondiali

 

L’incubo si ripete come una catastrofe



di Angela Marchioron

 

27 novembre 2017. Stadio San Siro, Milano. L’Italia pareggia contro la Svezia e, grazie al risultato della partita di andata, persa 1 a 0, non si qualifica ai mondiali. Comincia un periodo buio per la nazionale azzurra.

11 luglio 2021. Stadio Wembley, Londra. L’Italia per la seconda volta è campione d’Europa, battendo l’Inghilterra, padrone di casa, ai calci di rigore. Sembra la rinascita del calcio italiano.

24 marzo 2022. Stadio Barbera, Palermo. Di nuovo fase di qualificazione ai mondiali ma questa volta partita secca. L’Italia pesca la Macedonia e pensa di avere un posto assicurato ai play off. Partita dominata dagli azzurri per novanta minuti: possesso palla del 66%, 32 tiri in porta contro i 4 degli avversari, occasione a porta vuota per Berardi al 30’, ma la palla non entra. Finiscono i 90’ e l’arbitro concede 5 minuti di recupero. È l’inizio della fine. Al minuto 92 la difesa azzurra si addormenta, palla lunga per Trajkovski che controlla con il petto e buca Donnaruma. Cala il silenzio a Palermo. L’arbitro fischia la fine della partita e con lui tutto lo stadio. L’Italia è fuori dai mondiali per la seconda volta consecutiva, questa volta però con l’amara illusione dell’impresa di Wembley.

Nel post partita giornalisti e opinionisti cominciano a porsi le prime domande: quanti dei giocatori convocati per merito e miglior forma fisica e quanti per continuità con la formazione dell’europeo? la Macedonia è stata sottovalutata troppo in quanto avversaria? Quali sono le colpe del commissario tecnico Mancini? Quali invece quelle della FIGC? Quanto hanno pesato i calci di rigore sbagliati da Jorginho nelle partite precedenti?

Il giornalista Matteo Marani definisce, ai microfoni di Sky, l’eliminazione come il “fallimento del disinteresse generale per la nazionale” togliendo le colpe all’allenatore e ai giocatori. Il giornalista ritiene che la causa della sconfitta sia ben più profonda di qualsiasi errore tecnico. La causa di questo periodo così critico per il calcio italiano, con “l’exploit anticiclico dell’europeo”, è la spaccatura tra la nazionale e i club. Le vittorie del secolo scorso, dice Marani, derivavano dal ruolo centrale della nazionale nel calcio italiano, con i club che erano a sua totale disposizione. Oggi così come nello scorso decennio, c’è zero interesse della Lega nei confronti della Federazione, sono 12 anni che un club italiano non vince una Champions League e sono anni che non ci si qualifica per i quarti di finale.

Il giorno dopo la stampa italiana e non, pubblica in prima pagina l’insuccesso italiano. Il Corriere della sera lo definisce come “l’umiliazione peggiore della nostra lunga storia”, la Gazzetta dello Sport apre con “Fuori dal Mondo” con l’approfondimento di Stefano Barigelli che scrive: << il calcio italiano è rimasto la periferia di quello evoluto>>, il Corriere dello Sport sceglie come titolo “All’Inferno” e Ivan Zazzaroni sottoscrive: <<l’avversario non esisteva, ridicolo, non sapevano cosa fare durante il possesso, in difesa si concedevano spazi e occasioni, 90’ contro se stessi>>. All’estero il quotidiano francese Équipe commenta “l’Italia persa nel deserto”, alludendo al deserto del Qatar, sede dei mondiali 2022 e in Spagna El Pais scrive “Disastro! Generazione italiana orfana del mondiale”.

Oltre al danno la beffa. L’eliminazione causa anche perdite economiche, arrivando a impattare il Pil. Innanzitutto non si potrà contare sui premi di partecipazione, che quest’anno in Qatar sarebbero ammontati a 2,5 miliardi, e gli 8 miliardi per la fase a gironi. Un altro problema sono i contratti con gli sponsor che prevedono un taglio di 5 milioni di euro: la mancata qualificazione significa non poter esporre un marchio in un’importante vetrina internazionale. Inoltre c’è un danno importante a tutte le attività che avrebbero ruotato intorno a questa manifestazione sportiva, dai locali pubblici alla Rai che, avendo acquistato i diritti tv di mondiali per 150 milioni di euro, si aspetterà una perdita sostanziosa.

Ma quanto sta turbando il popolo italiano questa eliminazione? Quanto era importante questo mondiale per noi giovani che del 2006 abbiamo pochi ricordi? Qual è stato l’impatto negli studenti del nostro liceo?

Rabbia, delusione, vergogna, tristezza, amarezza, umiliazione. I sentimenti provati da quel 49% degli studenti che ha seguito la fase di qualificazione, attribuendo la colpa alla mentalità con cui si è affrontata la sfida contro la Macedonia e definendola un’umiliazione peggiore della sconfitta contro la Svezia nel 2017.

Quello che avrebbe potuto rappresentare questo mondiale, a detta degli alunni del Fogazzaro, è molto più profondo della dimostrazione che l’Europeo non è stato un caso. Dopo anni di pandemia, distanze, dolore, il mondiale, così come ha fatto l’Europeo l’estate scorsa, sarebbe stato motivo di unione di tutto un popolo, unito per qualche ora in un misto di orgoglio, ansia e felicità comune a tutti gli italiani; noi che non ci saremmo fermati alle condizioni sfavorevoli di quest’anno che obbligava le nazionali a giocare in autunno e di mattina, perché in qualche modo per quelle ore il Paese avrebbe trovato una maniera di fermarsi davanti alle televisioni, alle radio o a qualsiasi mezzo.

Questo però non potrà accadere e il 52% degli studenti non seguirà nemmeno i mondiali e nel freddo clima autunnale l’Italia farà finta di niente, perché assistere ad un’altra Coppa del Mondo senza la nostra nazionale, forse, è troppo doloroso.

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