L’incubo si ripete come una catastrofe
di Angela Marchioron
27 novembre 2017. Stadio San Siro, Milano. L’Italia pareggia contro la
Svezia e, grazie al risultato della partita di andata, persa 1 a 0, non si
qualifica ai mondiali. Comincia un periodo buio per la nazionale azzurra.
11 luglio 2021. Stadio Wembley, Londra. L’Italia per la seconda volta è
campione d’Europa, battendo l’Inghilterra, padrone di casa, ai calci di rigore.
Sembra la rinascita del calcio italiano.
24 marzo 2022. Stadio Barbera, Palermo. Di nuovo fase di qualificazione ai
mondiali ma questa volta partita secca. L’Italia pesca la Macedonia e pensa di
avere un posto assicurato ai play off. Partita dominata dagli azzurri per
novanta minuti: possesso palla del 66%, 32 tiri in porta contro i 4 degli
avversari, occasione a porta vuota per Berardi al 30’, ma la palla non entra.
Finiscono i 90’ e l’arbitro concede 5 minuti di recupero. È l’inizio della
fine. Al minuto 92 la difesa azzurra si addormenta, palla lunga per Trajkovski
che controlla con il petto e buca Donnaruma. Cala il silenzio a Palermo. L’arbitro
fischia la fine della partita e con lui tutto lo stadio. L’Italia è fuori dai
mondiali per la seconda volta consecutiva, questa volta però con l’amara
illusione dell’impresa di Wembley.
Nel post partita giornalisti e opinionisti cominciano a porsi le prime
domande: quanti dei giocatori convocati per merito e miglior forma fisica e
quanti per continuità con la formazione dell’europeo? la Macedonia è stata
sottovalutata troppo in quanto avversaria? Quali sono le colpe del commissario
tecnico Mancini? Quali invece quelle della FIGC? Quanto hanno pesato i calci di
rigore sbagliati da Jorginho nelle partite precedenti?
Il giornalista Matteo Marani definisce, ai microfoni di Sky, l’eliminazione
come il “fallimento del disinteresse generale per la nazionale” togliendo le
colpe all’allenatore e ai giocatori. Il giornalista ritiene che la causa della
sconfitta sia ben più profonda di qualsiasi errore tecnico. La causa di questo
periodo così critico per il calcio italiano, con “l’exploit anticiclico
dell’europeo”, è la spaccatura tra la nazionale e i club. Le vittorie del
secolo scorso, dice Marani, derivavano dal ruolo centrale della nazionale nel
calcio italiano, con i club che erano a sua totale disposizione. Oggi così come
nello scorso decennio, c’è zero interesse della Lega nei confronti della
Federazione, sono 12 anni che un club italiano non vince una Champions League e
sono anni che non ci si qualifica per i quarti di finale.
Il giorno dopo la stampa italiana e non, pubblica in prima pagina
l’insuccesso italiano. Il Corriere della
sera lo definisce come “l’umiliazione peggiore della nostra lunga storia”,
la Gazzetta dello Sport apre con “Fuori
dal Mondo” con l’approfondimento di Stefano Barigelli che scrive: << il
calcio italiano è rimasto la periferia di quello evoluto>>, il Corriere dello Sport sceglie come titolo
“All’Inferno” e Ivan Zazzaroni sottoscrive: <<l’avversario non esisteva,
ridicolo, non sapevano cosa fare durante il possesso, in difesa si concedevano
spazi e occasioni, 90’ contro se stessi>>. All’estero il quotidiano
francese Équipe commenta “l’Italia
persa nel deserto”, alludendo al deserto del Qatar, sede dei mondiali 2022 e in
Spagna El Pais scrive “Disastro!
Generazione italiana orfana del mondiale”.
Oltre al danno la
beffa. L’eliminazione causa anche perdite economiche, arrivando a impattare il
Pil. Innanzitutto non si potrà contare sui premi di partecipazione, che
quest’anno in Qatar sarebbero ammontati a 2,5 miliardi, e gli 8 miliardi per la
fase a gironi. Un altro problema sono i contratti con gli sponsor che prevedono
un taglio di 5 milioni di euro: la mancata qualificazione significa non poter
esporre un marchio in un’importante vetrina internazionale. Inoltre c’è un
danno importante a tutte le attività che avrebbero ruotato intorno a questa
manifestazione sportiva, dai locali pubblici alla Rai che, avendo acquistato i
diritti tv di mondiali per 150 milioni di euro, si aspetterà una perdita
sostanziosa.
Ma quanto sta turbando il popolo italiano questa eliminazione? Quanto era
importante questo mondiale per noi giovani che del 2006 abbiamo pochi ricordi?
Qual è stato l’impatto negli studenti del nostro liceo?
Rabbia, delusione, vergogna, tristezza, amarezza, umiliazione. I sentimenti
provati da quel 49% degli studenti che ha seguito la fase di qualificazione,
attribuendo la colpa alla mentalità con cui si è affrontata la sfida contro la
Macedonia e definendola un’umiliazione peggiore della sconfitta contro la
Svezia nel 2017.
Quello che avrebbe potuto rappresentare questo mondiale, a detta degli
alunni del Fogazzaro, è molto più profondo della dimostrazione che l’Europeo
non è stato un caso. Dopo anni di pandemia, distanze, dolore, il mondiale, così
come ha fatto l’Europeo l’estate scorsa, sarebbe stato motivo di unione di
tutto un popolo, unito per qualche ora in un misto di orgoglio, ansia e felicità
comune a tutti gli italiani; noi che non ci saremmo fermati alle condizioni
sfavorevoli di quest’anno che obbligava le nazionali a giocare in autunno e di
mattina, perché in qualche modo per quelle ore il Paese avrebbe trovato una
maniera di fermarsi davanti alle televisioni, alle radio o a qualsiasi mezzo.
Questo però non potrà accadere e il 52% degli studenti non seguirà nemmeno
i mondiali e nel freddo clima autunnale l’Italia farà finta di niente, perché
assistere ad un’altra Coppa del Mondo senza la nostra nazionale, forse, è
troppo doloroso.

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