mercoledì 23 novembre 2022

Donne vittimi di violenza. Non basta ricordarle solo il 25 novembre

 


Sarà sufficiente una giornata per sopprimere la violenza sulle donne?

di Rebecca Riva

Il 25 novembre è la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, istituita dalle Nazioni Unite nel 1999. La data di ricorrenza è stata scelta in ricordo delle sorelle Mirabal, che il 25 novembre 1960, andando a far visita ai mariti, imprigionati a seguito dell’opposizione clandestina alla dittatura di Trujillo (nella Repubblica Domenicana), vennero trascinate in una piantagione di zucchero, stuprate e uccise dal Servizio di Informazione Militare.

Questa giornata, il cui simbolo è la scarpa rossa, è dedicata al ricordo delle vittime di femminicidi, stupri, abusi, e alla prevenzione alla violenza di genere che priva le donne dei diritti umani.

Ma quando parliamo di violenza, ci riferiamo solo a quella sessuale?

Esistono vari generi di violenza che possiamo identificare come economica, psicologica, fisica, sessuale e assistita.

Quella di tipo economica si verifica tramite il monitoraggio e il controllo della situazione finanziaria di un’altra persona, limitandone le risorse, l’autonomia e la possibilità di avere un lavoro.

Arrivando a quella psicologica, vengono utilizzate la manipolazione, il controllo ed abusi verbali, fino a portare la donna ad agire contro la propria volontà; avviene una violenza a livello mentale, con una modifica della personalità, a tal punto da avere un’assenza della capacità di ragionamento.

Benché si possa pensare che la violenza sessuale racchiuda quella fisica, sono ben distinte: per violenza fisica si intende un’aggressione diretta verso l’altra persona (mediante spinte, schiaffi, pugni ecc..), mentre quella sessuale consiste nel sottoporre la vittima ad un rapporto sessuale non consentito.

L’ultima categoria concerne la violenza assistita, che riguarda il maltrattamento di tipo verbale, sessuale, fisico, psicologico, in ambito domestico, con delle importanti conseguenze nel comportamento dei figli.

Si può aggiungere poi l’atto dello stalking, che consiste nella persecuzione della vittima tramite minacce, molestie e pedinamenti.

All’interno della nostra scuola, frequentata prevalentemente da persone di genere femminile, è risultato, tramite un sondaggio, che la maggior parte delle ragazze sono state vittime di violenza verbale, di catcalling o di stalking.

Possiamo dedurre che, anche se il 25 novembre rappresenti una data fondamentale per la memoria e la prevenzione, non basti ancora una sola giornata per sensibilizzare ed educare le nuove generazioni, affinché non si verifichi più. È nostro compito rendere il pianeta sicuro per le donne, ma sarà possibile solamente trattando il tema della violenza quotidianamente e non perchè esiste una giornata a ricordarcelo.

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