di
Alessandro Lobba
La
recente uscita della serie spacca-record di Netflix riguardate Jeffrey Dahmer,
famoso serial killer americano proveniente da Milwaukee, Wisconsin, ha provocato
un effetto bomba sui social, in particolare Tik Tok che nel 2022 ha registrato
più di 1 miliardo di utenti attivi, prettamente con età tra i 16 e i 24. Ma
come può aver fatto una serie TV a scatenare un trend così “disgustoso”? La
serie molto cruenta parla della vita di Dahmer e dei suoi omicidi, e in
particolare va ad approfondire la psiche del serial killer. Molti ragazzi hanno
empatizzato con Dahmer, pensando che non era una cattiva persona, portandole
addirittura all’idea che se loro fossero state lì con lui sarebbero riuscite a
“cambiarlo” facendolo diventare una persona buona. Ma durante gli interrogatori
Jeffrey rivelò che se non fosse stato scoperto avrebbe continuato, senza il minimo
senso di colpa. Altri ragazzi si sono spinti oltre, immaginando Dahmer come il
loro fidanzato, facendogli addirittura video ricordo e commemorativi. Il
problema in questi casi è la sensibilità delle persone a i vari omicidi. Sembra
che con la moda recente del “True crime”, molti giovani abbiano sempre meno
sensibilità riguardo la morte. Le famiglie delle vittime si sono espresse a
sfavore della serie che, secondo loro, ritrae Dahmer in modo sbagliato e insensibile
verso le loro perdite. In questo momento in cui stiamo scrivendo l’articolo le
famiglie non hanno espresso ancora un parere su ciò che sta accadendo sui
social. Altre persone hanno iniziato a fare “cosplay” (ovvero travestirsi dal
proprio personaggio preferito di una serie tv) su Jeffrey, raffigurandosi in
foto dove fingevano di mangiare carne umana come il noto serial killer. In
conclusione, la serie in sé e per sé non è un problema perché non glorifica
Dahmer, ma porta il punto di vista di una vittima. Il problema è come noi
giovani reagiamo a certi media che dovrebbero essere fatti per ricordare e per far
riflettere le persone e non per osannare uno dei peggior esseri umani della
storia.
Nessun commento:
Posta un commento