sabato 7 gennaio 2023

Ius sanguinis o ius scholae ?

 


di Kerren Anima Owusu Afua


La cittadinanza è un argomento delicato secondo molti punti di vista. In Italia l’acquisizione della cittadinanza italiana è attualmente regolamentata dalla Legge 91/1992 e afferma che il diritto di cittadinanza si ottiene sin dalla nascita per chi è figlio di uno o entrambi i genitori cittadini italiani, il cosiddetto ius sanguinis. Grazie a questa legge anche i figli di ignoti trovati nel territorio italiano acquisiscono dalla nascita la cittadinanza italiana. Differente è la situazione dei minori di origine straniera in Italia. Secondo le norme attuali solo coloro che hanno risieduto legalmente e senza interruzioni nel Paese fino a diventare maggiorenni, età in cui possono divenire cittadini italiani, facendo richiesta entro un anno dal compimento del diciottesimo compleanno.

In assenza di cittadinanza la partecipazione ad attività extra scolastiche come gite scolastiche e attività sportive si complica. Questa legge impedisce ai bambini, bambine e adolescenti, che nascono e crescono in Italia, di avere pari diritti e opportunità rispetto ai loro compagni di scuola.  Non riconoscere la cittadinanza italiana rischia di limitare il senso di appartenenza al territorio, alla comunità, e il desiderio di partecipare alla vita sociale. Al contrario, il riconoscimento della cittadinanza italiana aumenterebbe l’integrazione.

Altri metodi per ottenere la cittadinanza sono la naturalizzazione, che può essere acquisita anche per matrimonio o unione civile con un cittadino italiano.

I tentativi per modificare la Legge 91/1992 sono stati molti, purtroppo falliti. Negli ultimi anni c’è stato un irrigidimento delle misure applicabili per quanto riguarda l’acquisizione della cittadinanza. Il procedimento è diventato più costoso e lungo.

Nel 2022 è stato presentato, dal deputato 5 stelle Giuseppe Brescia, un nuovo metodo per ottenere la cittadinanza italiana, lo “Ius Scholae”. 

La discussione sulla proposta di legge fu iniziata mercoledì 29 giugno, e venne rimandata alla settimana successiva, solo che ancora adesso non abbiamo notizie e novità su di essa. 

Si tratta di una legge che riguarda circa un milione di ragazzi e ragazze minorenni che, pur essendo nati in Italia o arrivati qui da bambini, non sono ancora riconosciuti come veri e propri cittadini.

Lo ius scholae rappresenterebbe un primo segnale positivo di cambiamento, esso prevede l’acquisizione della cittadinanza italiana da parte del minore straniero, che sia nato in Italia o vi abbia fatto ingresso entro il dodicesimo anno di vita e che risieda legalmente in Italia. Deve aver frequentato regolarmente, per almeno cinque anni nel territorio italiano, uno o più cicli scolastici presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione. 

La cittadinanza si acquista a seguito di una dichiarazione effettuata entro il compimento della maggiore età dell'interessato, da parte di un genitore che risiede legalmente in Italia. 

La proposta sembra avere il consenso del PD, del M5S, di Italia Viva e di Forza Italia. Lega e Fratelli d’Italia sono i partiti che si oppongono fermamente a questa riforma. 

Con lo ius scholae verrebbe riconosciuta la cittadinanza a tanti ragazzi nati in Italia da genitori stranieri che magari conoscono questo Paese molto bene, studiano, vivono e si sentono italiani. Questo sarebbe un cambiamento radicale per l’Italia e per l’integrazione di molti stranieri.

 

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