di Kerren Anima
Owusu Afua
La cittadinanza è un argomento delicato
secondo molti punti di vista. In Italia l’acquisizione della cittadinanza italiana è attualmente regolamentata dalla Legge 91/1992 e afferma
che il diritto di cittadinanza si ottiene sin dalla nascita per chi è figlio di
uno o entrambi i genitori cittadini italiani, il cosiddetto ius
sanguinis. Grazie a questa legge anche i figli di ignoti trovati nel
territorio italiano acquisiscono dalla nascita la cittadinanza italiana.
Differente è la situazione dei minori di origine straniera in Italia. Secondo
le norme attuali solo coloro che hanno risieduto legalmente e senza
interruzioni nel Paese fino a diventare maggiorenni, età in cui possono
divenire cittadini italiani, facendo richiesta entro un anno dal compimento del
diciottesimo compleanno.
In assenza di cittadinanza la
partecipazione ad attività extra scolastiche come gite scolastiche e attività
sportive si complica. Questa legge impedisce ai bambini, bambine e adolescenti,
che nascono e crescono in Italia, di avere pari diritti e opportunità rispetto
ai loro compagni di scuola. Non riconoscere la cittadinanza italiana
rischia di limitare il senso di appartenenza al territorio, alla comunità, e il
desiderio di partecipare alla vita sociale. Al contrario, il riconoscimento
della cittadinanza italiana aumenterebbe l’integrazione.
Altri metodi per ottenere la cittadinanza
sono la naturalizzazione, che può essere acquisita anche per matrimonio o
unione civile con un cittadino italiano.
I tentativi per modificare la Legge
91/1992 sono stati molti, purtroppo falliti. Negli ultimi anni c’è stato un
irrigidimento delle misure applicabili per quanto riguarda l’acquisizione della
cittadinanza. Il procedimento è diventato più costoso e lungo.
Nel 2022 è stato presentato, dal deputato
5 stelle Giuseppe Brescia, un nuovo metodo per ottenere la cittadinanza
italiana, lo “Ius Scholae”.
La discussione sulla proposta di legge fu
iniziata mercoledì 29 giugno, e venne rimandata alla settimana successiva, solo
che ancora adesso non abbiamo notizie e novità su di essa.
Si tratta di una legge che riguarda circa
un milione di ragazzi e ragazze minorenni che, pur essendo nati in Italia o
arrivati qui da bambini, non sono ancora riconosciuti come veri e propri
cittadini.
Lo ius scholae rappresenterebbe un primo
segnale positivo di cambiamento, esso
prevede l’acquisizione della cittadinanza italiana da parte del minore
straniero, che sia nato in Italia o vi abbia fatto ingresso entro il dodicesimo
anno di vita e che risieda legalmente in Italia. Deve aver frequentato
regolarmente, per almeno cinque anni nel territorio italiano, uno o più cicli
scolastici presso istituti appartenenti al sistema nazionale di
istruzione.
La cittadinanza si acquista a seguito di
una dichiarazione effettuata entro il compimento della maggiore età
dell'interessato, da parte di un genitore che risiede legalmente in
Italia.
La proposta sembra avere il consenso del
PD, del M5S, di Italia Viva e di Forza Italia. Lega e Fratelli d’Italia sono i
partiti che si oppongono fermamente a questa riforma.
Con lo ius scholae verrebbe
riconosciuta la cittadinanza a tanti
ragazzi nati in Italia da genitori stranieri che magari conoscono questo Paese
molto bene, studiano, vivono e si sentono italiani. Questo sarebbe un
cambiamento radicale per l’Italia e per l’integrazione di molti stranieri.

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