giovedì 19 gennaio 2023

L’omicidio di Yara Gambirasio: il caso verrà riaperto?

 



Massimo Bossetti, l’assassino della tredicenne Yara, potrebbe non essere il vero colpevole? L’uomo condannato all’ergastolo chiede la riapertura del caso.

di Alessia Buin

Sono passati ormai undici anni dalla morte della piccola Yara Gambirasio, giovane ragazza di tredici anni, scomparsa la sera del 26 novembre 2010 e ritrovata tre mesi dopo, il 26 febbraio 2011 senza vita.  La ragazza, quel venerdì sera intorno alle 19:00, si era recata alla palestra di ginnastica artistica di Brembate di Sopra (Bergamo), per lasciare alla propria allenatrice uno stereo. Pare che la ragazza si sia trattenuta per circa trequarti d’ora all’interno del palazzetto, per poi essere uscita poco prima delle 19:00 per ritornare a casa.                                                                                                                                                   I genitori, preoccupati per la figlia, decidono di segnalare la scomparsa alle forze dell’ordine poche ore dopo il suo non rientro a casa. Cominciarono immediatamente le ricerche di Yara e fino al 25 febbraio, non vi furono svolte all’interno del caso, ma il giorno a seguire, il 26 febbraio, un uomo di nome Ilario Scotti, appassionato di modellini di aerei, stava facendo volare un aereoplanino nel campo di Chignolo d’Isola, quando improvvisamente, in quello che definiva a parole sue come un ‘mucchio di stracci’, trovò il cadavere di Yara.  La tredicenne era stata aggredita sessualmente per poi essere uccisa con un’arma da taglio (coltello).                                                                                                                                                                Sull’intimo della ragazza vi erano delle possibili tracce di DNA dell’aggressore, e da ciò, la polizia decise di far fare a circa 25.000 persone, un test del DNA, per valutare la possibile corrispondenza e magari riuscire a trovare un colpevole.                                      Poco dopo, i test del DNA riuscirono a trovare una corrispondenza con una persona in particolare, che sarà poi rinominata come ‘Ignoto 1’: Massimo Giuseppe Bossetti. Bossetti, al tempo 44 anni e muratore di Mapello, fu accusato di omicidio a sfondo sessuale con l’uso di arma da taglio.                                                        Fu arrestato inizialmente il 16 giugno 2014 per poi essere condannato all’ergastolo il 12 ottobre 2018, ma ad oggi, lui si ritiene del tutto innocente.   A scapito di questo, il legale di Bossetti Claudio Savagni, in una trasmissione televisiva, riportò codeste parole: ‘La richiesta di revisione del processo è una possibilità che potremmo percorrere già oggi. Con i dati che abbiamo in mano ci sarebbero elementi per poter quantomeno affrontare il primo grado della revisione’.                                                                                                                                           Secondo il corpo del tribunale, il caso non potrà essere riaperto, in quanto il materiale non è più sufficiente o del tutto esaurito. Tuttavia Savagni ritiene che potrebbero esserci delle possibilità in futuro per cui, si, il caso potrebbe essere riaperto come no. Giustizia è stata fatta?

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