martedì 17 gennaio 2023

Scuola Laica, un diritto e un dovere

 



Alla luce dei tanti fatti di cronaca legati all’estremismo religioso che accadono nel mendo, c’è la necessità di consolidare ed estendere ovunque il concetto di istruzione laica.


di Arianna Rizzo

La scuola dev’essere un’istituzione libera e libero dev’essere l’insegnamento impartito all’interno di essa. Qualsiasi tipo di limitazione legata ad ideologie religiose porterebbe a un impoverimento rispetto alla formazione di una coscienza critica all’interno delle giovani menti. Il ruolo della scuola, infatti, oltre a quello di insegnare nozioni importanti agli studenti, è quello di aiutare questi ultimi a sviluppare la competenza del libero pensiero, attraverso il quale ognuno è in grado di distinguere il giusto dallo sbagliato e di crearsi delle opinioni proprie.

Questo concetto non parte però direttamente dalla scuola, ma dallo Stato, di cui le istituzioni scolastiche non sono altro che un’estensione.

Lo Stato ha infatti il dovere di difendere tutti ed essere valido per tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro religione, sessualità, classe sociale, provenienza ecc…

Se però legato a una rigida identità religiosa, si perde l’universalità dello Stato e l’uguaglianza fra le persone al suo interno. Al giorno d’oggi ci sono ancora tante dinamiche di questo tipo; andando a nominare fatti attuali e di rilevante importanza mediatica, viene subito da pensare alla questione Iraniana. In Iran infatti c’è una pesante presenza di integralisti islamici che hanno ormai da tempo preso il potere e governano lo Stato in funzione del loro credo religioso, estremizzandolo. Ogni persona che non ha le loro stesse credenze religiose o non vuole adattarsi a determinati costumi da loro imposti, come ad esempio l’uso del velo per le donne, viene emarginato e incarcerato.

Gli atti di violenza sono all’ordine del giorno come anche le uccisioni di innocenti. É evidente che, quindi, uno Stato così in simbiosi con un credo religioso, e che ideologicamente dovrebbe essere uno Stato guidato dai principi dell’amore e della carità che contraddistinguono le varie fedi, è in realtà un vero e proprio Stato dell’orrore, dove la vita umana vale meno di niente se non sottostà a determinati principi e imposizioni. È revocata ogni tipo di libertà e di conseguenza la paura è il sentimento che regna sovrano e che porta la popolazione a una sottomissione forzata.

È per evitare questo tipo di risvolti drammatici che la religione e lo Stato non dovrebbero essere affiancati. “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”, questa frase enunciata da Gesù, figura della religione Cristiano-Cattolica, è rimasta nella storia e anche se usata spesso con accezioni diverse, in questo caso è interpretabile come il manifesto della necessità di riconoscere e attuare una separazione fra il campo religioso, guidato dalla fede, e quello politico dello Stato, guidato dalla ragione.

Queste due entità, non essendo guidate dalla stessa forza motrice, non possono neanche lontanamente viaggiare in parallelo, in quanto la fede prescinde la ragione, e per donarsi alla religione è proprio necessario fare un atto di fede.

 

 

 


 

 

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