Alla luce
dei tanti fatti di cronaca legati all’estremismo religioso che accadono nel mendo, c’è la necessità di consolidare ed estendere ovunque il
concetto di istruzione laica.
di Arianna Rizzo
La scuola
dev’essere un’istituzione libera e libero dev’essere l’insegnamento impartito
all’interno di essa. Qualsiasi tipo di limitazione legata ad ideologie religiose
porterebbe a un impoverimento rispetto alla formazione di una coscienza critica
all’interno delle giovani menti. Il ruolo della scuola, infatti, oltre a quello di
insegnare nozioni importanti agli studenti, è quello di aiutare questi ultimi a
sviluppare la competenza del libero pensiero, attraverso il quale ognuno è in
grado di distinguere il giusto dallo sbagliato e di crearsi delle opinioni
proprie.
Questo
concetto non parte però direttamente dalla scuola, ma dallo Stato, di cui le
istituzioni scolastiche non sono altro che un’estensione.
Lo Stato
ha infatti il dovere di difendere tutti ed essere valido per tutti i cittadini,
indipendentemente dalla loro religione, sessualità, classe sociale, provenienza
ecc…
Se però
legato a una rigida identità religiosa, si perde l’universalità dello Stato e
l’uguaglianza fra le persone al suo interno. Al giorno d’oggi ci sono ancora
tante dinamiche di questo tipo; andando a nominare fatti attuali e di rilevante
importanza mediatica, viene subito da pensare alla questione Iraniana. In Iran
infatti c’è una pesante presenza di integralisti islamici che hanno ormai da
tempo preso il potere e governano lo Stato in funzione del loro credo
religioso, estremizzandolo. Ogni persona che non ha le loro stesse credenze
religiose o non vuole adattarsi a determinati costumi da loro imposti, come ad
esempio l’uso del velo per le donne, viene emarginato e incarcerato.
Gli atti
di violenza sono all’ordine del giorno come anche le uccisioni di innocenti. É
evidente che, quindi, uno Stato così in simbiosi con un credo religioso, e che
ideologicamente dovrebbe essere uno Stato guidato dai principi dell’amore e
della carità che contraddistinguono le varie fedi, è in realtà un vero e
proprio Stato dell’orrore, dove la vita umana vale meno di niente se non
sottostà a determinati principi e imposizioni. È revocata ogni tipo di libertà
e di conseguenza la paura è il sentimento che regna sovrano e che porta la
popolazione a una sottomissione forzata.
È per
evitare questo tipo di risvolti drammatici che la religione e lo Stato non
dovrebbero essere affiancati. “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel
che è di Dio”, questa frase enunciata da Gesù, figura della religione
Cristiano-Cattolica, è rimasta nella storia e anche se usata spesso con
accezioni diverse, in questo caso è interpretabile come il manifesto della
necessità di riconoscere e attuare una separazione fra il campo religioso,
guidato dalla fede, e quello politico dello Stato, guidato dalla ragione.
Queste
due entità, non essendo guidate dalla stessa forza motrice, non possono neanche
lontanamente viaggiare in parallelo, in quanto la fede prescinde la ragione, e
per donarsi alla religione è proprio necessario fare un atto di fede.

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