mercoledì 15 febbraio 2023

Educazione civica. Possiamo renderla più utile?

Ci possono essere altri modi per affrontare una disciplina che rischia di perdere il suo significato proprio a causa del voto a cui è sottoposta.    


 
                    

di Sofia Scortegagna

L’educazione civica è una nuova disciplina introdotta dal Ministero dell’Istruzione dal settembre del 2020 che coinvolge tutti i gradi scolastici, dall’infanzia alla scuola secondaria di secondo grado. Questa nuova materia è stata inserita perché ritenuta funzionale nell’identificazione di diritti, doveri, compiti e comportamenti personali, e serve dunque a promuovere lo sviluppo di una persona e la partecipazione all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

L’educazione civica tratta argomenti relativi tre nuclei: la costituzione, lo sviluppo sostenibile e la cittadinanza digitale.

Il primo nucleo affronta tematiche coerenti con le leggi e i regolamenti attuali e con comportamenti quotidiani, cercando di far conoscere il più possibile l’organizzazione dello Stato, delle Regioni e delle Organizzazioni nazionali e internazionali, dando informazioni anche sull’Unione Europea e le Nazioni Unite. Lo sviluppo sostenibile, invece, ha come obiettivo non solo la salvaguardia dell’ambiente e delle risorse naturali, ma anche la creazione di ambienti di vita che rispettino i diritti fondamentali delle persone e che quindi portino alla formazione di città, aziende, associazioni o appunto ambienti che tutelino la salute, il benessere psicofisico, un’istruzione di qualità, un lavoro dignitoso di ogni individuo. Per cittadinanza digitale deve intendersi la capacità di un individuo di essere consapevole e responsabile dell’utilizzo dei mezzi di comunicazione virtuali. Da una parte si cerca di far acquisire allo studente nuove informazioni su di essi, dall’altra si cerca di mettere il più possibile al corrente i giovani dei rischi che coesistono con l’utilizzo dei mezzi internet.

Ma l’introduzione di questa nuova materia è stata la scelta giusta? L’educazione civica oggi è vista dagli studenti come una materia simile alle altre ovvero teorica, che sfocia in un’ulteriore verifica sommata a quelle delle altre materie. Si rischia quindi di non dare il giusto peso e significato a questi argomenti che invece sono molto importati per un miglioramento globale della vita sociale e ambientale.

Sarebbe una materia interessante, a volte magari anche più di altre, che però dovrebbe essere trattata in modo diverso e che dovrebbe avere i giusti spazi. Il numero di ore impiegate in questa disciplina è probabilmente sufficiente, ma dovrebbero essere utilizzate in maniera più efficiente, ad esempio attraverso esperienze più pratiche e attuali, organizzando laboratori a tema. Si potrebbero invitare personalità note  o che in qualche modo hanno dato un contributo per riuscire a vedere le cose con occhi diversi; racconti significativi potrebbero coinvolgere lo studente maggiormente rispetto ad una classica lezione in classe, portandolo comunque a rendersi conto dell’ambiente al di fuori della scuola.

Potrebbero essere intervistare persone che lavorano nel mondo dei social e che quindi hanno a che fare quotidianamente con atti sgradevoli come insulti o hackeraggi e che potrebbero dunque offrire consigli su come convivere con persone a cui non si piace o come risolvere alcune situazioni per niente piacevoli. Oppure si potrebbero contattare persone che hanno subito gli effetti collaterali dovuti all’inquinamento e che li hanno portati a dover affrontare malattie gravi.

In conclusione, l’educazione civica con i suoi argomenti trasversali spiega tematiche così profonde che sarebbe meglio affrontare in modo più pratico affinchè avvenga effettivamente una riflessione sul loro valore intrinseco più che sul voto che ne può scaturire dall’attività.

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