Atteggiamenti e percezioni sull’identità di genere
di Margherita Pinto
Quante
volte ci siamo sentiti inadeguati perché, pur essendo femmine, ci piacciono i
motori e le macchine o vorremmo praticare ad esempio lo sport del calcio, o viceversa,
pur essendo maschi, ci piacerebbe diventare ballerini di danza classica o siamo
attratti dai trucchi o dalle creme di bellezza?
In realtà
fin da bambini siamo stati martellati da questi discorsi: se ad una bambina
piaceva giocare con i soldatini o le piaceva fare la lotta, o era molto forte e
determinata, si diceva che era un maschiaccio; viceversa, se ad un bambino
piaceva giocare con le pentoline o gli piaceva vestire le bamboline, o piangeva
facilmente davanti a delle difficoltà, veniva etichettato come una femminuccia.
Oppure
proprio in occasione della scelta della scuola superiore ci siamo sentiti dire,
ad esempio, che l’istituto tecnico industriale è una scuola più indicata per i
maschi, mentre viceversa il liceo delle scienze umane sia una scelta più adatta
alle femmine…
In tutti
questi casi caschiamo in quei “ruoli di genere” intesi come comportamenti o
aspettative socialmente definiti come maschili o femminili, che spesso ci
stanno stretti e non ci fanno esprimere e comportarci come veramente vorremmo.
Un
romanzo che mostra quante contraddizioni e quanti pregiudizi si annidano
nell’educazione delle bambine e dei bambini e come a volte sia difficile
scegliere ciò che si vuole diventare veramente quando tutti pretendono di dirti
invece chi sei, è il romanzo scritto da Bianca Pitzorno dal titolo “Extraterrestre
alla pari”. È interessante e allo stesso tempo provocatorio lo spunto
che dà questo libro che parla di un giovane extraterrestre che viene a vivere
per un certo periodo come ospite alla pari in una famiglia terrestre. La
particolarità di questo giovane extraterrestre è che nel pianeta da dove
proviene non si manifesta il sesso dei bambini prima che compiano 20 anni.
Questa differenza creerà grandi difficoltà sulla Terra, dove sembra che essere
maschi o femmine determini ogni aspetto della vita, anche di quella dei più
piccoli.
Perché
mai è così importante per la maggioranza delle persone fare questa distinzione?
Non
sarebbe più importante, piuttosto, sapere che tipo di persona si ha davanti e
quali sono le sue capacità o il suo carattere, piuttosto che cercare di capire
se è maschio o femmina?
Quello
che è certo è che siamo ognuno diverso dall’altro, come un arcobaleno che
colora il cielo con tutte le sue sfumature.
Di fatto
siamo diversi e in quanto tali siamo unici: diversità e unicità sono fonte di
ricchezza e aiutano ognuno di noi a crescere e ad ampliare i nostri orizzonti.

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