giovedì 9 febbraio 2023

Peter Pan, non solo nel cartone

 Ha dato il nome alla sindrome di chi ha paura di crescere. Vediamola insieme




di Anna Passarella

 Fu lo psicologo Dan Kiley, nel 1983, a coniare per la prima volta l’espressione “Sindrome di Peter Pan’’ e nello stesso anno uscì il suo libro intitolato “La sindrome di Peter Pan: uomini che non volevano crescere’’. Kiley lavorò a stretto contatto con adolescenti e poté constatare che molti di loro erano spaventati dal diventare adulti e non erano in grado di accettare le responsabilità che si assumono con il trascorrere del tempo. La storia di Peter Pan vuole inviare un messaggio molto significativo per noi giovani adulti: “Siate felici, godetevi la vostra infanzia, siate contenti di essere piccoli, vivete un'infanzia felice e serena, senza conoscere tutti gli impegni che un grande deve rispettare”. Le responsabilità, i doveri e i problemi dei grandi sono molti ma non ci devono spaventare, anzi dobbiamo avere il coraggio di affrontarli con forza e vigore. I nostri nonni, genitori e zii si sono posti le nostre stesse domande durante l’adolescenza, ma questo non ha fermato nessuno di loro. I genitori iniziano a dare alcune piccole responsabilità ai propri figli fin da piccoli: mantenere la camera in ordine oppure preparare la tavola per la cena. Noi ragazzi, anche a scuola, abbiamo dei doveri: studiare, prepararci per verifiche e interrogazioni, fare i compiti... La scuola è, forse, il primo ambito fuori dalla famiglia che ci introduce effettivamente agli impegni e alle responsabilità. Pensiamo per esempio ai rappresentanti di classe e d’istituto che ci aiutano a prendere decisioni che ci riguardano direttamente, ci aiutano a costruire un legame tra di noi e si prendono la responsabilità di rappresentarci davanti ai professori, alla dirigente scolastica e ai genitori. Capiamo i nostri obiettivi, cosa ci piace e chi vogliamo diventare. Comincia lì il nostro cammino verso l’età adulta... “Cosa farai da grande?” Le nostre risposte erano sempre folli e piene di immaginazione: principesse, ballerine, cavalieri, piloti e astronauti. Cosa farò da grande? ... ci sto ancora pensando...

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