Uno, dieci o cento giorno. Viaggiare libera la mente e fa crescere!
di Caterina Zinotti
Viaggiare
e possibilmente andare all’estero sono importanti esperienze che tutti
raccomandano di fare, soprattutto coloro che le hanno già vissute.
Per i
giovani avere l’opportunità di spostarsi dal proprio microcosmo dovrebbe essere
una grande fortuna che non va sottovalutata. Poter scoprire il mondo al di
fuori della città in cui si vive e in cui si trascorre gran parte delle
giornate apre la mente, crea legami, migliora il rapporto con gli altri e la
natura, favorisce la comunicazione, le relazioni e gli scambi culturali.
Tante
persone amano viaggiare, ma non tutti sanno che fa anche bene alla salute. Lo
dicono autorevoli studi scientifici e psicologici e confermano che viaggiare
migliora moltissime abilità personali e velocizza processi di apprendimento
complessi. Viaggiare aiuta ad evolvere, stimola il buonumore e la crescita
interiore personale.
Poter
conoscere nuove realtà fa capire che il mondo non gira intorno all’individuo ed
è molto più grande della propria prospettiva. Fa comprendere quanto l’essere
umano sia davvero minuscolo messo a confronto con l’immensità e le bellezze
della natura, delle città, dei palazzi, dei borghi, dei siti archeologici,
della storia stessa che costantemente
traghetta verso noi tutta l’
evoluzione umana. Il viaggiatore attento quindi dovrebbe accettare senza timore
e senza dubbio anche l’umiltà di sentirsi piccolo come un granello di sabbia.
Tuttavia
viaggiare rende più forti e coraggiosi. Inevitabilmente chi è in viaggio deve
scontrarsi con imprevisti e sfide da risolvere su due piedi magari senza avere
la tecnologia a disposizione, costringendo chi si trova in difficoltà a trovare
soluzioni e a superare le paure. Essendo esposti a nuovi ambienti, diversi
stili di vita e in mancanza di comfort, si è più stimolati ad acquisire
maggiore sicurezza e intraprendenza. Non solo i luoghi, i monumenti, i paesaggi
caratteristici, i prodotti tipici sono unici per ogni meta, ma lo sono anche le
persone originarie del posto, compagni di viaggio o turisti che si incontrano
sulla via. Le persone regalano ricordi indelebili, profonde emozioni che si
portano a casa, talvolta talmente significative che potrebbero essere il motivo
per cui al ritorno da un viaggio non si riesce più a chiudere la zip della
valigia.
Per i
giovani le vacanze scolastiche sono una perfetta occasione da cogliere al volo per
fare i bagagli, permette loro di arricchirsi culturalmente, responsabilizzarsi,
sapersi informare e organizzarsi. Può anche risultare come un rimedio efficace
contro lo stress a cui gli studenti sono soggetti in particolar modo durante il
periodo intenso delle verifiche di fine trimestre.
Ma cosa
significa viaggiare per gli studenti del Liceo Fogazzaro di Vicenza?
A seguito
di un sondaggio svolto appositamente a ridosso delle vacanze di Natale, è
emerso che la voglia di avventura, l’interesse e l’entusiasmo per intraprendere
un viaggio sono per lo più al primo posto tra i sogni e i desideri dei
ragazzi. Per essi già il fatto di prendere
il treno, volare in aereo, guidare in auto con gli amici fino alla meta
stabilita significa divertimento, sentirsi parte del mondo, occasione per dimostrare
autonomia, giornate di scoperte ed esperienze da raccontare al ritorno e da
postare sui social.
Visitare
città italiane ed estere oppure rilassarsi al mare, andare a sciare in montagna
non fa differenza. L’importante è che lo si faccia in compagnia di amici o
familiari soprattutto per ricavarne una pausa dallo studio e dagli obblighi
scolastici, considerati spesso vincolanti e limitanti nel bisogno di svago e
indipendenza che si respira soprattutto nelle giornate pesanti in classe.
Tuttavia,
bisogna necessariamente considerare e riconoscere che non tutti gli studenti
possono organizzare viaggi e vacanze a causa dei problemi economici e la
possibilità di investire in questo sfuma tristemente davanti a loro. Il
sondaggio riporta quindi anche reali situazioni di disparità che dovrebbero far
riflettere. Dalla raccolta dati è emerso
che la percentuale degli studenti attualmente impossibilitata a non aver
occasione o l’opportunità di viaggiare riporta la speranza di poterlo fare presto,
cercando di riempire il salvadanaio a forma di maialino tenuto sul ripiano in
camera e facendo qualche sacrificio,
rinunciando a piccoli sfizi. Il problema principale evidenziato dai ragazzi del
liceo, è quindi quello economico.
Tutti
dovrebbero avere le stesse opportunità e tutti dovrebbero poter raccontare
almeno una volta nella vita le
meravigliose avventure portate dal proprio
viaggio e, se al momento, l’unico modo per visitare altri posti è fantasticare e sognare,
non bisogna lasciarsi demoralizzare o abbattersi. Il buon vento arriva per tutti e
chissà in che direzione potrebbe soffiare … e come canta Cesare Cremonini “perché
per quanta strada ancora c’è da fare, amerai il finale!”

Nessun commento:
Posta un commento