venerdì 24 febbraio 2023

La scuola senza voti … e senza stress!


 

Una scuola dove non si studia per il 6, ma per il gusto di studiare

di Alessia Lagni

Nell’ultimo periodo si è sentito molto parlare della “scuola senza voti”, in particolare del Liceo Morgagni di Roma che ha iniziato la sperimentazione con una sola classe sette anni fa e che ora ha esteso il progetto a un’intera sezione. Il nome corretto è Scuola delle relazioni e della responsabilità. Si punta molto sui rapporti tra studenti, ma anche tra studenti e professori, e sulla responsabilizzazione dei ragazzi che devono studiare per loro stessi e non per ottenere un voto sufficiente.

L’obbiettivo è che i ragazzi siano al pari dei loro colleghi dei corsi tradizionali per quanto riguarda le conoscenze, ma che il livello di stress sia inferiore. Il metodo scolastico, però, non può essere lo stesso. Per cambiare la modalità di valutazione bisogna cambiare anche la modalità di apprendimento. L’attività didattica messa in atto è il più stimolante possibile, l’aula è disposta a ferro di cavallo, ci sono isole di lavoro e gli studenti partecipano attivamente alle lezioni e spesso le conducono loro stessi. Vengono utilizzate tecniche come il Jigsaw, dove ognuno impara un pezzo di argomento che poi viene condiviso in lavori di gruppo. Oppure, se una spiegazione dall’insegnante non arriva a tutti, gli studenti che più hanno compreso fanno tutoraggio agli altri, in questo modo si stimola di più la collaborazione e meno la competitività.

Le relazioni tra compagni sono considerate molto importanti per una buona cooperazione di classe, per questo a settembre di ogni anno i ragazzi e le ragazze di prima e di seconda partono verso un viaggio di conoscenza per quattro giorni, senza cellulare e senza tablet, per attività ricreative. Quando tornano si conoscono benissimo tra loro e sanno relazionarsi. Le relazioni sono importanti anche con i genitori infatti, una volta al mese, viene fatto un consiglio di classe con docenti, studenti e genitori dove tutti si confrontano.

Per quanto riguarda le valutazioni il professor Enzo Arte, ideatore del progetto, afferma in un’intervista a orizzontescuola.it : “io scrivo che cosa lo studente ha fatto bene o male, quello che non è stato funzionale a fare una buona prova o do dei consigli o scrivo frasi più o meno lunghe per descrivere com’è andata, espongo gli aspetti positivi e quelli negativi”. Le valutazioni sono quindi dei consigli su come migliorare.

Sono poi molto importanti le autovalutazioni per prendere coscienza diretta del proprio andamento. Esse vengono assegnate sulle prove fatte in classe ma, ogni tanto, anche sul proprio benessere e le competenze trasversali, ad esempio come ci si trova con i compagni o come si lavora in gruppo.

Nonostante ciò, gli studenti non possono sfruttare questo metodo per non lavorare, perché si può essere bocciati nel caso in cui gli insegnanti ritengano che il ragazzo non si sia impegnato abbastanza. Bisogna precisare, infatti, che alla fine del primo quadrimestre e al termine dell’anno scolastico gli insegnanti sono costretti a mettere delle valutazioni numeriche, perché ci troviamo pur sempre nel sistema scolastico italiano. Queste valutazioni, però, non sono determinate da un’unica prova, ma sono i voti che il consiglio di classe ritiene più appropriati per descrivere l’impegno e la relativa applicazione del ragazzo durante quel quadrimestre.

Gli studenti che frequentano questo tipo di corso dicono di essere molto più sereni nell’andare a scuola e che apprezzano molto di più gli studi dei vari argomenti poiché non vivono con l’ansia di un brutto voto, ma studiano per il piacere di imparare cose nuove. Quelli che invece hanno già completato i loro studi, affermano di trovarsi molto bene all’università proprio grazie alle capacità di collaborazione e responsabilità che hanno potuto sviluppare durante gli anni al liceo.

Questo tipo di metodo scolastico sta cominciando a diffondersi in tutta Italia, chissà magari che nei prossimi anni anche la nostra scuola possa proporlo.

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