Ci sono molte idee a proposito, esploriamo un
po’ questo argomento tanto dibattuto.
di Anna Sofia Tezza
Frank Zappa disse che “Senza la musica per decorarlo, il tempo sarebbe solo
una noiosa sequela di scadenze produttive e di date in cui pagare le bollette”.
Sosteneva infatti che la musica fa da
sottofondo a tutte le attività degli esseri umani per renderle meno pesanti.
Molti possono ritenere
che ascoltare la musica possa essere fonte di distrazione invece anche lo studio fa parte delle attività che, secondo
gran parte degli studiosi, trae beneficio dall’ascolto della musica.
Si tratta ora di definire quali processi di
studio ne beneficiano di più e quali tipi di musica sono più efficaci.
Lo studio viene diviso nella fase della
lettura e memorizzazione, dello svolgimento di esercizi e compiti complessi, e
del ragionamento astratto.
Sembra che una musica di sottofondo sia molto
utile per le prime due attività mentre è controproducente per la fase astratta.
Altra variabile è il tipo di musica che si
utilizza come sottofondo.
Lo studio della dott.ssa Annette M. B. de
Groot, ha appurato che la musica più adatta è indubbiamente quella classica
perché l'armonia attiva il potere della mente aumentando le capacità cognitive.
Un errore invece è ascoltare la playlist preferita, questo perché il cervello
tende ad ascoltare le parole delle canzoni distraendosi dallo studio.
Sarebbe quindi opportuno creare una playlist
per i momenti di studio ed una per il relax, distinguendo quindi i due momenti
che impegnano la nostra mente in modo diverso.
Gli studiosi consigliano di creare una
playlist di una durata di circa 45 minuti, in modo da dare una cadenza
allo studio, finita la playlist si può fare una pausa per distogliere
l’attenzione dallo studio e per ricaricarsi.
A sostegno di questa teoria c’è anche lo
studio dell'Università della California nel 1993 che definisce il “the Mozart
Effect”, ne avete mai sentito parlare?
Si tratta di una controversa teoria
scientifica che si basa su un esperimento condotto su un gruppo di persone che
ha dimostrato l’effetto positivo della musica classica sulle capacità cognitive
delle persone.
Questo però non significa che lo studiare con
la musica sia uno strumento positivo per tutti, infatti è un dato soggettivo
ognuno di noi deve trovare le condizioni ambientali più consone per mettersi a
proprio agio e trovare la concentrazione per dare il proprio meglio. Quindi la
domanda che mi viene spontanea da porvi è: voi ascoltate la musica mentre
studiate oppure no?

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