di Giulia Preite
Nel
sistema scolastico italiano il voto è uno strumento per classificare una
prestazione o per valutare il comportamento di un alunno. Tuttavia per gli
alunni stessi non sempre si limita ad indicare questo. Più spesso di quanto si
creda si cade nell’errore di sentirsi definiti dalle valutazioni, spinti per lo
più da risultati non eccelsi o singoli casi di insufficienze.
“Ho
preso 4, valgo 4” . È la
tipica frase che si ripete incessantemente nella testa di un ragazzo anche solo
dopo un singolo insuccesso. È la descrizione perfetta di come gli studenti
diano così tanta importanza alla valutazione da non riuscire a separare quella
che è la singola prestazione dalla loro persona.
Ma
quanto importano veramente i voti?
Il
voto e il risultato finale non devono diventare il fulcro dello studio.
Si
ha spesso la tendenza a studiare per il voto e fissare dunque come obbiettivo
il raggiungimento di un determinato risultato. La fissazione per il
risultato finale va però a diventare un punto di debolezza per la preparazione
perché si fa solo il minimo necessario per superare la prova e ci si concentra
solo su quello che “è utile”. Nella testa si ha solo la preoccupazione di
raggiungere il traguardo tanto desiderato e non si pensa ad altro. Lo studio
diventa poco piacevole e stressante e si perde di vista il vero obiettivo
finale.
È
necessario ricordare che il voto è un fatto influenzato da due fattori:
l’interpretazione dell’insegnante e la performance. Da una parte l’insegnante è
un essere umano con delle possibili preferenze riguardo la conoscenza di certi
argomenti , dall’altra la performance può essere influenzata da diversi fattori
quali lo stato d’animo, il rapporto con il professore, la passione per
l’argomento ecc…
Questo
per dire che ci sono mille variabili che possono influire sul voto e alcune di
queste non dipendono dagli studenti stessi. Un numero assegnato ad una singola
prestazione non determina una persona e il suo essere. Il non ricordare una
data non renderà qualcuno un nullafacente e una verifica che non soddisfa le
aspettative non delinea la personalità.
Attenzione
però che il non essere ossessionati dal voto non è un sinonimo di fregarsene.
Il risultato fa solo parte di un processo che ha come reale obiettivo finale
l’acquisizione di una conoscenza. D’altronde nella vita non ti verrà mai
chiesta la tua media scolastica, ma quello che hai imparato.
“sapere è potere” (Francesco Bacone)

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