Il tanto odiato “voto” viene soppresso in un liceo romano: ecco come funziona questa scuola alternativa e il parere di alcuni studenti del Fogazzaro
di Giulia
Bellotto
Il professor Enzo
Arte, che insegna matematica e fisica al Liceo scientifico Morgagni di Roma, ha
avviato 7 anni fa il progetto della scuola “senza voti” in una delle sue
classi, istituendo la cosiddetta “Sezione delle Relazioni e della
Responsabilità”. In realtà i voti alla fine del primo periodo e alla fine
dell’anno continuano ad esserci, ciò che cambia rispetto alla scuola
tradizionale è il metodo di valutazione durante l’anno e di conseguenza anche
il metodo di insegnamento e apprendimento.
Si potrebbe dire
che l’approccio adottato dai docenti di questa sezione sperimentale imiti il
modello finlandese, riconosciuto a livello mondiale come uno dei migliori
sistemi d’istruzione, che si basa sul “coinvolgimento attivo degli allievi, la
significatività e la gioia dell’apprendere, culture scolastiche che promuovano
un’arricchente interazione tra allievi e insegnanti” (New national core curriculum for basic education, 2016).
Effettivamente, questa sezione sperimentale romana è stata in passato in
contatto con docenti finlandesi, oltre ad essere seguita e supportata dalla
facoltà di pedagogia dell’università La Sapienza.
Lo scopo
principale è rendere gli studenti più stimolati e attivi in classe, cercando di
evitare un carico eccessivo a casa e prediligendo invece un apprendimento
efficace già durante la mattinata a scuola. I docenti di questa sezione
conoscono molto bene la psicologia dell’apprendimento, che mette in primo piano
gli studenti, il loro benessere e la loro necessità di essere coinvolti attivamente
durante le lezioni.
Ma come funziona,
esattamente, questo metodo? Tutto questo viene realizzato innanzitutto tramite
la soppressione dei voti numerici, sostituiti da valutazioni e auto-valutazioni
di tipo descrittivo, in cui viene espressa a parole la prestazione dell’alunno
soffermandosi sugli aspetti positivi e negativi. Dunque non vengono rimosse le
interrogazioni scritte e orali, in quanto necessarie per la verifica
dell’assimilazione dei contenuti, ma viene solo modificato il metodo di
valutazione. In questo modo si abbatte la barriera che solitamente si crea tra
insegnante e alunno e si crea un clima molto più favorevole all'apprendimento,
dove dominano il confronto e il dialogo. Inoltre, al metodo tradizionale di
insegnamento, in cui il docente parla e gli alunni ascoltano, subentrano
tecniche alternative come i lavori di gruppo, l'anti-flipped classroom e il Jigsaw,
potenziati da un ambiente favorevole, ovvero la disposizione dei banchi a isole
o a ferro di cavallo.
L’insieme di
queste strategie e dell’approccio diverso che insegnanti e alunni assumono
verso la scuola va a creare un ambiente scolastico positivo per i ragazzi, che
risultano essere estremamente meno stressati e ansiosi rispetto ai colleghi
delle sezioni tradizionali. Per di più, i risultati non deludono: nonostante ci
siano comunque alcuni casi di difficoltà e bocciature, gli studenti formati con
questo metodo sono al pari degli altri, se non ad un livello superiore per
quanto riguarda consapevolezze e responsabilità.
Alcuni studenti
del Liceo Fogazzaro che hanno appreso l’esistenza di questo metodo alternativo
ne hanno dibattuto in classe e hanno poi tratto delle conclusioni personali in
merito. Complessivamente, gli alunni hanno mostrato approvazione in quanto
l’impressione generale è quella che i voti siano oppressivi e spesso facciano
perdere di vista il fine ultimo, ovvero l’assimilazione delle conoscenze.
Un’alunna afferma che “una valutazione descrittiva sarebbe sicuramente più
efficace di un semplice numero, perché l’alunno comprende meglio il motivo di
tale valutazione e gli aspetti su cui concentrarsi, mentre talvolta accade di
ricevere un voto inaspettato senza nessuna spiegazione o dritta, cosa dal mio
punto di vista frustrante e demotivante”. Gli studenti sono d’accordo anche per
quanto riguarda le strategie di insegnamento prima citate, che favoriscono
l’apprendimento tra pari (peer education): “Anche noi abbiamo potuto
sperimentare questi metodi ma, purtroppo, sono considerati come l’eccezione
piuttosto che la regola. Eppure ogni volta che lavoriamo a gruppi o coppie e ci
spieghiamo a vicenda determinati argomenti, il risultato è positivo: impariamo
meglio e più volentieri. Inoltre, nella nostra classe per un certo periodo abbiamo avuto i banchi
con le ruote (che quindi si potevano facilmente raggruppare a isole) disposti a
ferro di cavallo, e anche se sembra una banalità, ci rendevano più propensi ai
lavori di gruppo. Sostituire i voti numerici è un processo complesso, ma
sicuramente sarebbe già un passo avanti rendere più stimolante l'apprendimento
in classe con alcuni accorgimenti seguendo l’esempio del Liceo Morgagni. ”

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