domenica 2 aprile 2023

La scuola “senza voti”, il sogno di molti studenti

 Il tanto odiato “voto” viene soppresso in un liceo romano: ecco come funziona questa scuola alternativa e il parere di alcuni studenti del Fogazzaro

 


di Giulia Bellotto

Il professor Enzo Arte, che insegna matematica e fisica al Liceo scientifico Morgagni di Roma, ha avviato 7 anni fa il progetto della scuola “senza voti” in una delle sue classi, istituendo la cosiddetta “Sezione delle Relazioni e della Responsabilità”. In realtà i voti alla fine del primo periodo e alla fine dell’anno continuano ad esserci, ciò che cambia rispetto alla scuola tradizionale è il metodo di valutazione durante l’anno e di conseguenza anche il metodo di insegnamento e apprendimento.

Si potrebbe dire che l’approccio adottato dai docenti di questa sezione sperimentale imiti il modello finlandese, riconosciuto a livello mondiale come uno dei migliori sistemi d’istruzione, che si basa sul “coinvolgimento attivo degli allievi, la significatività e la gioia dell’apprendere, culture scolastiche che promuovano un’arricchente interazione tra allievi e insegnanti” (New national core curriculum for basic education, 2016). Effettivamente, questa sezione sperimentale romana è stata in passato in contatto con docenti finlandesi, oltre ad essere seguita e supportata dalla facoltà di pedagogia dell’università La Sapienza.

 

Lo scopo principale è rendere gli studenti più stimolati e attivi in classe, cercando di evitare un carico eccessivo a casa e prediligendo invece un apprendimento efficace già durante la mattinata a scuola. I docenti di questa sezione conoscono molto bene la psicologia dell’apprendimento, che mette in primo piano gli studenti, il loro benessere e la loro necessità di essere coinvolti attivamente durante le lezioni.

Ma come funziona, esattamente, questo metodo? Tutto questo viene realizzato innanzitutto tramite la soppressione dei voti numerici, sostituiti da valutazioni e auto-valutazioni di tipo descrittivo, in cui viene espressa a parole la prestazione dell’alunno soffermandosi sugli aspetti positivi e negativi. Dunque non vengono rimosse le interrogazioni scritte e orali, in quanto necessarie per la verifica dell’assimilazione dei contenuti, ma viene solo modificato il metodo di valutazione. In questo modo si abbatte la barriera che solitamente si crea tra insegnante e alunno e si crea un clima molto più favorevole all'apprendimento, dove dominano il confronto e il dialogo. Inoltre, al metodo tradizionale di insegnamento, in cui il docente parla e gli alunni ascoltano, subentrano tecniche alternative come i lavori di gruppo, l'anti-flipped classroom e il Jigsaw, potenziati da un ambiente favorevole, ovvero la disposizione dei banchi a isole o a ferro di cavallo.

L’insieme di queste strategie e dell’approccio diverso che insegnanti e alunni assumono verso la scuola va a creare un ambiente scolastico positivo per i ragazzi, che risultano essere estremamente meno stressati e ansiosi rispetto ai colleghi delle sezioni tradizionali. Per di più, i risultati non deludono: nonostante ci siano comunque alcuni casi di difficoltà e bocciature, gli studenti formati con questo metodo sono al pari degli altri, se non ad un livello superiore per quanto riguarda consapevolezze e responsabilità.

Alcuni studenti del Liceo Fogazzaro che hanno appreso l’esistenza di questo metodo alternativo ne hanno dibattuto in classe e hanno poi tratto delle conclusioni personali in merito. Complessivamente, gli alunni hanno mostrato approvazione in quanto l’impressione generale è quella che i voti siano oppressivi e spesso facciano perdere di vista il fine ultimo, ovvero l’assimilazione delle conoscenze. Un’alunna afferma che “una valutazione descrittiva sarebbe sicuramente più efficace di un semplice numero, perché l’alunno comprende meglio il motivo di tale valutazione e gli aspetti su cui concentrarsi, mentre talvolta accade di ricevere un voto inaspettato senza nessuna spiegazione o dritta, cosa dal mio punto di vista frustrante e demotivante”. Gli studenti sono d’accordo anche per quanto riguarda le strategie di insegnamento prima citate, che favoriscono l’apprendimento tra pari (peer education): “Anche noi abbiamo potuto sperimentare questi metodi ma, purtroppo, sono considerati come l’eccezione piuttosto che la regola. Eppure ogni volta che lavoriamo a gruppi o coppie e ci spieghiamo a vicenda determinati argomenti, il risultato è positivo: impariamo meglio e più volentieri. Inoltre, nella nostra classe  per un certo periodo abbiamo avuto i banchi con le ruote (che quindi si potevano facilmente raggruppare a isole) disposti a ferro di cavallo, e anche se sembra una banalità, ci rendevano più propensi ai lavori di gruppo. Sostituire i voti numerici è un processo complesso, ma sicuramente sarebbe già un passo avanti rendere più stimolante l'apprendimento in classe con alcuni accorgimenti seguendo l’esempio del Liceo Morgagni. ” 

Nessun commento:

Posta un commento